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Dopo l’ondata di maltempo in Piemonte i geologi chiedono più prevenzione e risorse
Dopo le alluvioni lampo, l’Ordine dei Geologi del Piemonte rilancia l’allarme sull’assetto idrogeologico: “Servono studi di dettaglio, più geologi negli enti pubblici e meno burocrazia”

TORINO – Le intense precipitazioni che negli ultimi giorni hanno colpito il Piemonte, provocando frane, allagamenti e smottamenti in diverse aree della regione, riportano sotto i riflettori l’urgenza di politiche territoriali efficaci in materia di assetto idrogeologico. A intervenire con un appello chiaro e diretto è Ugo De la Pierre, presidente dell’Ordine dei Geologi del Piemonte, che riprende temi già affrontati durante il convegno per i 30 anni dall’alluvione del 1994.
«Bisogna attuare la nuova DGR sulla componente geologica degli studi di Piano Regolatore – ha dichiarato De la Pierre – e incentivare gli incarichi comunali per studi geologici di dettaglio. Possiamo definirli studi di microzonazione geologica: mai come ora sono fondamentali. Il Piemonte è all’avanguardia, non perdiamo questa occasione».
Il presidente dell’Ordine sottolinea la necessità di velocizzare le procedure amministrative e aumentare i fondi destinati alla prevenzione del dissesto. Tra le proposte, anche un maggior impiego di geologi negli enti pubblici per garantire un controllo costante del territorio e un rapido intervento in caso di emergenze, in sinergia con la Protezione Civile.
Il Piano per l’Assetto Idrogeologico
Particolare attenzione viene posta ai circa 800 Comuni piemontesi già adeguati al PAI (Piano per l’Assetto Idrogeologico), previsti dalla legge regionale 24/96. «Va garantita la revisione e l’aggiornamento degli studi geologici comunali – spiega De la Pierre – e occorre dare attuazione ai cronoprogrammi delle opere di riassetto già previsti nei Piani Regolatori. I piccoli Comuni, spesso trascurati, devono essere messi in condizione di agire: il caso di Monteu da Po lo dimostra. Sono gli enti locali a conoscere davvero le priorità».
Per i geologi piemontesi è ora di passare dalle parole ai fatti. «Dopo ogni alluvione vediamo lacrime e buoni propositi, ma serve concretezza – ammonisce De la Pierre –. Le norme ci sono, vanno applicate. Il geologo deve diventare obbligatoriamente direttore dei lavori e collaudatore per le opere geologiche, sia pubbliche che private. E deve comparire nei cartelli di cantiere come responsabile».
Un monito forte, quello dell’Ordine, che chiede una vera svolta culturale e operativa nella gestione del territorio. Perché, come dimostrano gli eventi degli ultimi giorni, il tempo delle emergenze è finito: serve una strategia di prevenzione duratura e condivisa.
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