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Chiusura d’ufficio per 29 Partite Iva: la GdF di Asti scopre falsi crediti edilizi e frodi fiscali

Tra le operazioni più rilevanti, spicca quella relativa ai crediti d’imposta fittizi nel settore edilizio

Gabriele Farina

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ASTI – Le indagini investigative condotte dalla Guardia di Finanza di Asti hanno portato alla richiesta di chiusura d’ufficio di 29 Partite Iva, in seguito all’accertamento di gravi frodi fiscali e truffe ai danni del bilancio pubblico. Le proposte di cessazione, già presentate all’Agenzia delle Entrate, si basano su verifiche approfondite che hanno rivelato pratiche illecite, comprese le indagini delegate dall’Autorità Giudiziaria.

Il caso dei crediti fantasma edilizi

Tra le operazioni più rilevanti, spicca quella relativa ai crediti d’imposta fittizi nel settore edilizio, già nota negli anni passati per aver portato al sequestro di crediti fraudolenti per un valore di 2,5 miliardi di euro. Nell’ambito dell’operazione denominata “Crediti fantasma”, coordinata dalla Procura di Asti, le Fiamme Gialle hanno scoperto 14 soggetti Iva esistenti solo sulla carta. Queste società, con sedi dichiarate a Milano, Roma, Napoli e Lecce, sono state utilizzate per generare crediti d’imposta fittizi per un valore complessivo di 362 milioni di euro. Oltre al sequestro dei crediti illeciti, è stata disposta la chiusura d’ufficio delle 14 Partite Iva coinvolte.

La frode “Carosello” e le Partite Iva fantasma

Un altro fronte investigativo ha riguardato una frode “Carosello” sull’Iva, che ha portato all’individuazione di 9 soggetti con gravi irregolarità fiscali. Queste Partite Iva, dichiarate in diverse regioni italiane tra cui Lombardia, Emilia Romagna, Campania, Sardegna e Veneto, erano intestate a prestanome e utilizzate per l’emissione di fatture false per oltre 3 milioni di euro. Anche in questo caso, l’Agenzia delle Entrate ha accolto la proposta di chiusura d’ufficio delle 9 Partite Iva.

Contrabbando di idrocarburi e altre frodi fiscali

Un’ulteriore indagine, delegata dall’Autorità Giudiziaria astigiana, ha riguardato il contrabbando di idrocarburi con evasione dell’accisa e dell’Iva. Le verifiche hanno portato alla proposta di chiusura della Partita Iva di una società risultata esistente solo sulla carta.

Infine, sono state individuate altre 5 Partite Iva riconducibili a soggetti giuridici che, pur non possedendo strutture o patrimonio, hanno emesso un elevato volume di fatture. Anche per loro è stata avanzata la proposta di cessazione.

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