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Cronaca

Sgominata la banda dei bancomat che colpiva da Foggia a Torino

Smantellato un gruppo criminale specializzato nei furti con esplosivo ai danni di sportelli ATM: 80 colpi in tutta Italia e 290mila euro di bottino accertati

Gabriele Farina

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TORINO – Dopo anni di indagini e decine di colpi messi a segno tra il Torinese e il Canavese, i Carabinieri sembrano aver assestato un duro colpo alla cosiddetta “banda del bancomat”. Otto persone sono state arrestate nelle scorse ore tra Puglia e Piemonte con accuse gravissime: associazione per delinquere finalizzata ai furti aggravati, utilizzo di materiale esplosivo, ricettazione, violazione della legge sulle armi e riciclaggio.

Secondo quanto emerso dalle indagini, coordinate dai Carabinieri di Foggia in collaborazione con i colleghi di Torino, il gruppo avrebbe operato su scala nazionale. Con base logistica nella provincia di Foggia, i membri della banda pianificavano i loro assalti con precisione militare, utilizzando ordigni artigianali chiamati “marmotte” per scardinare le casseforti degli sportelli bancomat e appropriarsi del denaro contenuto all’interno.

Le “marmotte” – strumenti pericolosissimi e assimilabili ad armi da guerra – venivano costruite con competenze tecniche specifiche e utilizzate per causare esplosioni controllate. Le indagini, avviate nel dicembre 2023, hanno portato alla luce un sofisticato sistema organizzativo: ruoli ben definiti (autisti, vedette, esecutori), veicoli rubati o con targhe clonate per gli spostamenti e carte di credito prepagate intestate a stranieri per facilitare l’apertura degli sportelli automatici prima dell’inserimento degli ordigni.

Un bottino di centinaia di migliaia di euro

I numeri dell’inchiesta sono impressionanti. In poco meno di un anno, il gruppo avrebbe messo a segno 17 colpi accertati, con un bottino complessivo stimato in 290mila euro. I furti sono stati commessi tra luglio e settembre 2024 in diverse regioni italiane, tra cui Puglia (Foggia e Bari), Piemonte (Torino), Campania (Avellino), Lombardia (Pavia e Milano) e Basilicata (Potenza).

Gli investigatori stanno tuttora lavorando per accertare il coinvolgimento della banda in altri 80 furti aggravati, avvenuti dalla fine del 2023, e per chiarire i dettagli del sistema di riciclaggio del denaro. Parte delle banconote recuperate risulta “macchiata” dai dispositivi antifurto degli sportelli ATM, ma i criminali avrebbero sviluppato tecniche per “ripulire” il denaro.

Nel corso delle perquisizioni sono stati trovati numerosi documenti falsi, carte di credito, banconote trattate per eliminare le tracce di inchiostro antifurto, petardi, micce e munizioni. Tra i beni sequestrati figurano anche auto di grossa cilindrata, targhe clonate e persino quattro orologi di lusso, probabile frutto delle attività criminali.

La rete tra Torino e Foggia

Un dettaglio significativo riguarda il ruolo chiave di un indagato residente stabilmente in Piemonte, che avrebbe fatto da ponte tra la malavita pugliese e il territorio torinese. Questo legame ha permesso al gruppo di operare anche nel nord Italia, ampliando il raggio delle loro operazioni criminali.

Gli arresti rappresentano un importante passo avanti, ma le indagini sono tutt’altro che concluse. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’intero sistema della banda, comprese le modalità di spartizione del bottino e i legami con altri gruppi criminali.

È bene ricordare che, trattandosi di un’indagine preliminare, vige per tutti gli indagati la presunzione di non colpevolezza. Tuttavia, il quadro che emerge getta luce su un’organizzazione strutturata e pericolosa, capace di seminare il panico in molte regioni italiane.

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