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Cultura

Simone Caldano e Serena d’Italia raccontano il Piemonte Rinascimentale

L’intervista con gli autori del libro

Gabriele Farina

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TORINO – Quanta arte rinascimentale c’è in Piemonte? La letteratura tradizionale dice che non è certo il periodo più splendente della nostra arte, eppure gli esempi ci sono, i grandi nomi anche e sono parecchi.

Così Simone Caldano e Serena d’Italia hanno realizzato una guida al Piemonte Rinascimentale per Capricorno in cui raccontano con dovizia di particolari 55 luoghi da scoprire e visitare. Chiese, castelli, case private, un viaggio che ci porta a scoprire luoghi a volte poco conosciuti che spesso nascondono dei veri capolavori.

Il volume è organizzato per provincie ma segue anche una linea narrativa tematica. Affrontiamo così un viaggio che parte da Santa Maria della Scala a Chieri e si conclude al Palazzo del Maresco di Savigliano. Un viaggio che ci parla tanto inevitabilmente di Gaudenzio e Defendente Ferrari, ma che ci fa scoprire anche nomi meno conosciuti e soprattutto vere chicche nascoste in luoghi impensabili.

Intervista con Simone Caldano e Serena d’Italia

Cominciamo facile: quanta arte rinascimentale c’è in Piemonte?

Si tratta sicuramente di testimonianze artistiche e architettoniche che nella nostra regione sono rimaste un po’ sottotraccia rispetto ai frutti delle grandi stagioni del Medioevo e del Barocco, ma chi avrà voglia di esplorare il territorio uscendo dalle strade più battute non rimarrà deluso.

Cosa vuole raccontare il vostro libro?

Nonostante la sua struttura in schede, il libro racconta anche molte storie trasversali: culture che si incrociano, viaggi di artisti, importanti cantieri architettonici e decorativi promossi da committenti colti e aperti alle novità.

Quali caratteristiche specifiche ha l’arte rinascimentale in Piemonte?

Il Rinascimento piemontese è caratterizzato da una radice composita e fonde componenti culturali diverse (lombarda, centroitaliana e fiamminga) elaborandole in un linguaggio nuovo e originale.

Come avete scelto i 55 luoghi selezionati? Come è strutturato il libro?

Il libro segue una divisione per province, perché nasce come guida che accompagna il visitatore alla scoperta dei diversi territori. Ci sono però una sezione introduttiva e una conclusiva dedicate rispettivamente al passaggio tra Tardogotico e primo Rinascimento e al Manierismo. Abbiamo scelto inoltre di inserire alcune schede tematiche dedicate ad aspetti particolarmente significativi.

Nel libro ci sono i nomi più noti (penso a Gaudenzio Ferrari) ma anche tanti artisti meno noti. C’è un nome che vi piace segnalare più di altri?

Sicuramente tra i nomi meno noti al grande pubblico ma di grande importanza per lo sviluppo del linguaggio rinascimentale in Piemonte c’è quello di Eusebio Ferrari. Gli studi più recenti infatti hanno confermato che egli non fu soltanto pittore, ma anche un raffinato progettista architettonico.

Leggendo si scoprono tanti piccoli luoghi che nascondono capolavori. Quali sono i vostri luoghi del cuore?

Serena: per me la chiesa di San Giovanni di Avigliana, che al suo interno ospita una vera e propria antologia della pittura di Defendente Ferrari e della sua bottega.

Simone: il minuscolo oratorio del Santissimo Sacramento di Torino, purtroppo scomparso, costruito a partire dal 1528 su progetto di Matteo Sanmicheli.

Il volume vede la collaborazione di Michelangelo Giaccone e Laura Marino, di cosa si sono occupati?

Laura Marino si è occupata delle schede tematiche dedicate alle oreficerie e alle facciate dipinte, argomenti cui si dedica da diversi anni.

Michelangelo Giaccone – ottimo conoscitore della pittura monregalese – ha firmato invece le schede sulla cappella di San Dalmazzo di Ciglié e quella sulla cappella del Buon Gesù di San Michele Mondovì.

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