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Cuneo

Il Monumento al Bue Grasso di Carrù: un tributo a Sua Maestà della tradizione contadina (e del bollito misto piemontese)

Carrù e il suo bue grasso sono un esempio perfetto di come tradizione, cultura e arte possano fondersi per raccontare una storia che non smette mai di affascinare

Gabriele Farina

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CARRU’ – Carrù, piccolo gioiello del Cuneese, vanta una tradizione secolare legata al bue grasso, animale simbolo della sua cultura e della sua economia. “Sua Maestà”, così viene affettuosamente chiamato, è talmente importante da essere celebrato con un monumento che troneggia in piazza Divisione Alpina, un omaggio artistico e simbolico all’animale che per secoli ha rappresentato una fonte di lavoro, trasporto e ricchezza per il territorio.

Un’opera che racconta la storia contadina

Inaugurata nel giugno del 2002, la scultura al Bue Grasso è il risultato del lavoro del maestro Raffaele Mondazzi e dell’architetto Danilo Tomatis, che hanno dato vita a un monumento articolato e ricco di significato. Al centro, due maestosi buoi aggiogati trainano un aratro, mentre sullo sfondo svetta un tralcio di vite, simbolo della viticoltura delle Langhe.

Accanto alla scultura principale in marmo, sei bassorilievi in bronzo completano l’opera. Le scene, accuratamente scolpite, narrano l’intero ciclo di vita del bue: dalla nascita del vitellino, al suo allevamento, passando per la macellazione e arrivando fino alla tavola, dove la carne piemontese diventa protagonista assoluta.

Un progetto di comunità

Il monumento è nato dal desiderio comune delle principali realtà produttive e amministrative del paese. Un comitato promotore, che includeva commercianti, artigiani, coltivatori diretti e allevatori, ha collaborato per rendere quest’opera una realtà, sotto la guida dell’allora sindaco Leonardo Restagno. L’obiettivo era duplice: da un lato, celebrare il ruolo centrale del bue grasso nella storia di Carrù; dall’altro, promuovere le tradizioni agricole e artigianali del territorio e valorizzare la razza bovina piemontese e la sua pregiata carne.

Le “Lamborghini delle Langhe”

Un tempo, i buoi erano definiti “le Lamborghini delle Langhe” per la loro importanza nel lavoro agricolo. Forti e instancabili, rappresentavano un patrimonio inestimabile per la società contadina. Oggi, il monumento li celebra non solo come simbolo storico, ma anche come protagonisti della Fiera del Bue Grasso, uno degli eventi più attesi di Carrù, che ogni dicembre attira visitatori da tutta Italia.

Un simbolo di identità

La scultura non è solo un omaggio artistico, ma anche un manifesto culturale ed economico per Carrù. È un segno tangibile delle radici profonde che legano il paese alla sua terra, ai suoi allevatori e ai suoi agricoltori. Un monumento che guarda al passato con gratitudine e al futuro con fiducia, celebrando un’eccellenza locale che continua a essere ambasciatrice del Made in Italy.

Carrù e il suo bue grasso sono un esempio perfetto di come tradizione, cultura e arte possano fondersi per raccontare una storia che non smette mai di affascinare. Chiunque visiti il paese non potrà fare a meno di fermarsi ad ammirare il monumento, immergendosi in un pezzo di storia che è molto più di una semplice scultura: è il cuore pulsante di una comunità.

Foto dal portale Turismo in Carrù.

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1 Commento

1 Commento

  1. Avatar

    giselda

    4 Dicembre 2024 at 13:13

    Sempre ricordare le tradizioni

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