Seguici su

Interviste

A passeggio per Torino Adagio con Anna Rowinski

L’intervista con Anna Rowinski

Gabriele Farina

Pubblicato

il

TORINO – Quante guide su Torino esistono? Molteplici. Se però le nuove nate hanno delle peculiarità specifiche e sono in grado di aggiungere qualcosa al tema o suggerire percorsi particolari e diversi allora siano le benvenute. E’ il caso di Torino Adagio di Anna Rowinski, che si inserisce nell’omonima collana di Enrico Damiani Editore, curata da Teresa Monestiroli.

Il viaggio in cui veniamo guidati è concentrico, parte dalle periferie e pian piano (adagio) arriva al centro. E poi è un viaggio dettagliato, curioso, pieno di consigli e segnalazioni che non si limitano a luoghi, piazze, musei e storia, ma coinvolgoono persone, comunità, locali, associazioni. Insomma il territorio e le anime che gli danno vita.

Così possiamo scoprire piccoli angoli di Mirafiori e Falchera, i parchi e i sentieri, l’archeologia industriale, ma anche gli spazi dedicati all’arte e alla musica. Il viaggio, oltre che concentrico, è anche tematico. Si parte dalle periferia, poi si scoprono parchi e fiumi, ci si introduce nei borghi storici, prima di arrivare in centro per concludere poi con alcuni percorsi paralleli che non posso non segnalarvi: la città Queer, l’arte urbana e quella contemporanea, la città della scienza, i mercati, la Torino notturna e quella Liberty.

Insomma, un’idea potete cominciare a farvela. sappiate ancora che il volume è corredato da ben 14 contenuti speciali. Interventi di esperti, ognuno dei quali regala 5 consigli per scoprire gli aspetti della città di cui si occupa, dal Jazz ai sentieri, dalla bicicletta alla Resistenza, dalla Torino multiculturale a quella letteraria.

Prima di lasciarvi all’intervista con l’autrice vi segnalo una doppia occasione per incontrare Anna Rowinski: il 5 dicembre alle 18.00 alla Biblioteca Italo Calvino, il 10 dicembre alle 18.30 alla Libreria Trebisonda.

L’intervista con Anna Rowinski

Anche Torino entra a far parte delle guide “Adagio” di Enrico Damiani Editore. Come hai affrontato questo viaggio?

Ho scelto di iniziare il mio viaggio dai luoghi ai margini, quelli che spesso vengono trascurati dagli itinerari turistici tradizionali. L’intento è stato quello di seguire un approccio alternativo, distante dai classici percorsi incentrati sui centri storici. Penso infatti che quando ci si accosta a una città soffermandosi solo sui siti più conosciuti, si rischia di averne una visione parziale, che difficilmente permette di coglierne l’anima più autentica.

Torino adagio propone quindi un percorso di scoperta che parte dalle periferie, seguendo un’ideale traiettoria a spirale che avvicina progressivamente al cuore della città. È un approccio che invita a guardare Torino con occhi diversi, cogliendo i dettagli meno evidenti, quelli che raccontano storie nascoste e sorprendenti.

Torino può essere ricca di sorprese, unisce eleganza e sperimentazione, storia e trasformazione. Con questa guida si vuole offrirne un’immagine sfaccettata, come un mosaico composto da tanti tasselli diversi. Alcuni sono grandi e luminosi, altri piccoli e nascosti, ma ognuno contribuisce a creare un quadro che ogni viaggiatore potrà ricomporre a modo suo.

Sono percorsi che si possono effettivamente intraprendere, sui quali dai indicazioni precise anche per gli spostamenti, che sono sempre da affrontare adagio?

Sì, i percorsi proposti sono tutti fattibili a piedi o in bicicletta (e tutti raggiungibili coi mezzi pubblici, sui quali nella guida trovate indicazioni). L’adagio ci suggerisce di affrontare questi tragitti con calma, concedendosi il tempo di osservare, di lasciarsi incuriosire e approfondire ciò che cattura di più la nostra attenzione.

Torino adagio non vuole essere una guida esaustiva ma una proposta di tracciati laterali, trasversali. È un invito a esplorare la città con uno spirito aperto, accogliendo l’imprevisto e creando un itinerario personale. Lascio ai lettori l’aggiunta di altri cammini e scoperte, seguendo il loro passo e i loro interessi. Torino è una città che si svela poco a poco, e rallentare è il modo migliore per viverla davvero.

Si parte dalla periferia, che spesso viene dimenticata. ma quella torinese ha tante storie da raccontare?

Le periferie di Torino hanno tantissime storie da raccontare, spesso inaspettate.
Penso, ad esempio, ai quartieri operai come Falchera e Mirafiori, che ancora portano i segni di un passato industriale e sociale molto forte. Queste aree, oggi, svelano un’eredità storica che si intreccia con nuove esperienze di rigenerazione urbana, trasformandosi grazie a progetti che stanno ridando vita a spazi e comunità.

Poi ci sono luoghi sorprendenti, come il MUFANT, il Museo del Fantastico e della Fantascienza, un progetto culturale che esplora l’immaginario fantastico, tra fantascienza, fantasy e horror. Oppure il Piccolo Cinema, dove si coltiva una cultura cinematografica di alto livello, in uno spazio di vicinanza e condivisione. O ancora gli Orti Generali, uno dei posti più belli, in cui un’area abbandonata è stata trasformata in una comunità di orti urbani, dove vi invito a trascorrere una giornata di relax in mezzo a mucche scozzesi e galline che razzolano.

Questi sono solo alcuni esempi di quanto le periferie torinesi possano essere ricche di stimoli. Esplorarle significa scoprire una città meno conosciuta, ma altrettanto vibrante.

I tuoi racconti sono pieni di incontri. Non è solo una guida di luoghi e spazi ma anche di persone?

Quando si viaggia cosa c’è di più bello che andare alla ricerca dei posti frequentati dagli abitanti e al di fuori dei percorsi turistici più battuti? Fermarsi in una trattoria tipica (a Torino in una piola) e scambiare due parole con i gestori, incontrare un artigiano nel suo atelier che con passione racconta il suo lavoro: questi sono momenti che arricchiscono e danno un senso profondo al viaggio. Prendersi il tempo per rallentare, per ascoltare, per osservare davvero la vita locale per me è fondamentale. Mi piace pensare all’idea dell’adagio proprio in questo modo: concedersi la lentezza necessaria per incontrare le persone, vero cuore pulsante dei luoghi, che li animano e li arricchiscono di significato.

Questa guida è stato un lavoro corale, costruito attraverso molti incontri con chi conosce davvero i quartieri, li vive ogni giorno e ne ama gli angoli più nascosti. Fra le pagine si trovano le voci di persone diverse: abitanti, operatori culturali, attivisti, studiosi, artigiani, tutti accomunati dal desiderio di raccontare la loro città. Non mi sono limitata a raccogliere informazioni, ma ho voluto prendermi il tempo per ascoltare le loro storie, i loro consigli. Il risultato è una guida che non vuole essere solo uno strumento pratico, ma anche un invito a riscoprire il piacere dell’incontro, a vivere i luoghi attraverso lo sguardo di chi li abita.

Ci sono poi i “5 consigli” degli esperti. Cosa ci raccontano?

I “5 consigli” sono un regalo prezioso che arricchisce Torino adagio. Ho chiesto a esperti e appassionati di diversi ambiti di condividere itinerari speciali, pensati per offrire uno sguardo più approfondito su siti, vicende e personaggi.

Tra questi contributi ci sono spunti per diversi interessi e momenti della giornata. Ad esempio, per chi cerca una pausa nella natura, si propongono passeggiate lungo i fiumi e sulla collina, ideali per ritagliarsi un momento di tranquillità. Per chi invece ama la vita notturna, ci sono consigli su come trascorrere una serata tra cocktail e musica, esplorando i locali della nightlife torinese. Non mancano poi itinerari legati alla storia e alla cultura, come quello che ripercorre i luoghi della Resistenza attraverso la figura di Teresa Noce, madre costituente, con tappe nei quartieri di Aurora e Barriera di Milano. Altri percorsi ci portano indietro nel tempo, alla scoperta delle tampe, i ritrovi e le sale da ballo, più o meno legali, che hanno visto nascere e crescere la scena jazz torinese. Oppure ci guidano nella Torino multiculturale, tra tracce arabe, berbere e islamiche, che raccontano una città viva e in continua trasformazione. E questi sono solo alcuni dei tanti “consigli” proposti!

Cosa significa per te Torino?

Per me Torino è una città magica, che però non si mostra subito, come ogni magia richiede tempo per essere compresa. Attraverso la scrittura di queste pagine, ho imparato ad amarla ancora di più ed è stata anche per me occasione di nuove scoperte. Il rischio per chi abita nello stesso posto da tanto tempo è infatti quello di camminare sempre sugli stessi marciapiedi; invece a volte basta girare l’angolo e osservare il paesaggio da un nuovo punto di vista per trovare una sorpresa.

Per valorizzarne ancor meglio la ricchezza, nel capitolo che ho chiamato Percorsi paralleli ho voluto raccontare altre sfaccettature della città: il suo lato queer, il patrimonio liberty che la rende unica, la vivacità dei mercati rionali, la scena dell’arte contemporanea e il suo legame profondo con la scienza. Sono tutte anime diverse che convivono e contribuiscono a rendere Torino un luogo complesso, affascinante e sempre nuovo, da scoprire passo dopo passo.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *