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Cronaca

Scoperta rete di corruzione alla Motorizzazione Civile di Torino, 2 arresti e 31 indagati

Le accuse sono di di corruzione, falsificazione di certificati di revisione e associazione per delinquere

Gabriele Farina

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TORINO – Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino ha concluso un’indagine complessa, soprannominata “True or False”, che ha portato alla luce un articolato sistema di corruzione e illeciti. Al centro dell’inchiesta, che coinvolge 35 persone, si trova un funzionario della Motorizzazione Civile di Torino, accusato di aver “truccato” esami per il rilascio della patente di guida di tipo “B”.

Il fascicolo, ora nelle mani della Procura della Repubblica, vede quattro persone sottoposte a misure cautelari personali con l’accusa di corruzione, falsificazione di certificati di revisione e associazione per delinquere. Gli altri 31 indagati, denunciati a piede libero, includono aspiranti conducenti e proprietari di veicoli che avrebbero ottenuto illecitamente la revisione dei propri mezzi, tra cui anche un autobus.

L’inchiesta

L’indagine ha preso avvio grazie alla segnalazione di un dirigente della Motorizzazione Civile, insospettito dai frequenti allontanamenti dal luogo di lavoro del funzionario, il cui ruolo si è rivelato centrale nell’orchestrare le attività illecite. Le indagini, coordinate dal 1° Nucleo Operativo Metropolitano Torino, hanno permesso di accertare un ventaglio di azioni criminose: dalla falsificazione di certificati di revisione all’accesso abusivo al sistema informatico della Motorizzazione, fino all’alterazione degli esami teorici per la patente.

È stato scoperto che alcuni candidati agli esami teorici venivano dotati di un sistema tecnologico avanzato per ricevere aiuto durante la prova. Il metodo, degno di un film, prevedeva l’uso di un telefono cellulare collegato a micro-auricolari nascosti all’interno dei vestiti, attraverso un foro praticato per far passare la telecamera. Da un furgone parcheggiato vicino alla sede d’esame, un complice osservava il monitor del candidato e suggeriva le risposte corrette. Questo sofisticato trucco si avvaleva della complicità del personale di vigilanza, che conosceva i nominativi degli aspiranti “furbetti” e si assicurava di non effettuare controlli.

Il G.I.P. del Tribunale di Torino ha emesso misure cautelari nei confronti dei quattro principali indagati: due arresti domiciliari, un divieto di dimora nella provincia di Torino e un divieto di esercitare l’attività d’impresa per il titolare di una società. Inoltre, le Fiamme Gialle hanno disposto il sequestro preventivo di 3.450 euro, presunto profitto delle attività di corruzione, e di nove patenti di guida ottenute illecitamente tramite gli esami “truccati”.

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