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Enogastronomia

35 anni di “Osterie d’Italia”: il Piemonte protagonista della nuova edizione 2025

Il Piemonte, con le sue 178 osterie segnalate e le 29 Chiocciole, dimostra di essere non solo una regione di eccellenza gastronomica, ma anche un territorio in cui la tradizione incontra l’innovazione

Gabriele Farina

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TORINO – Sono passati 35 anni dalla nascita del celebre sussidiario del mangiarbene all’italiana, e quest’anno, nella Guida “Osterie d’Italia”, il Piemonte si conferma una delle regioni protagoniste della tradizione enogastronomica italiana, con numerose osterie segnalate e un importante contributo alla crescita del panorama culinario nazionale.

Novità e numeri dell’edizione 2025

La nuova edizione della guida vede la partecipazione di oltre 250 collaboratori che, con dedizione e anonimato, hanno recensito 1917 locali in tutta Italia. Tra osterie, ristoranti, enoteche e agriturismi, si distingue l’introduzione della nuova sezione “Locali Quotidiani”, che raccoglie pastifici, pub, enoteche e gastronomie. Questa categoria rappresenta un’importante novità, con ben 134 nuovi ingressi nella guida.

Nel complesso, l’edizione 2025 include 460 nuovi indirizzi, dimostrando quanto il settore della ristorazione tradizionale sia in costante crescita e rinnovamento. Ma è il Piemonte a rubare la scena, con 178 locali segnalati, confermandosi una delle regioni più virtuose nel panorama della cucina autentica.

Il Piemonte al vertice: eccellenza e tradizione

Tra le regioni con più osterie segnalate, il Piemonte si distingue insieme a Campania e Toscana. Tuttavia, ciò che rende questa regione un vero gioiello della gastronomia italiana è il numero di locali premiati con la Chiocciola, il massimo riconoscimento assegnato dalla guida. Ben 29 osterie piemontesi si sono aggiudicate questo prestigioso simbolo, che attesta l’eccellenza della proposta culinaria, la qualità dell’ambiente e l’accoglienza in sintonia con i valori di Slow Food.

Uno degli elementi più interessanti dell’edizione 2025 riguarda un inserto speciale dedicato alle pizze al padellino torinesi, che entra a far parte della sezione dedicata alle peculiarità gastronomiche regionali, insieme ad altre realtà come le piadinerie romagnole e i farinotti liguri.

La presentazione della guida: un richiamo alla bellezza dell’osteria

Durante la presentazione al Teatro Strehler, Carlo Bogliotti, amministratore delegato di Slow Food Editore, ha voluto sottolineare l’importanza di tutelare questi luoghi autentici e accoglienti: “Le osterie sono luoghi di pace diversi da tutti gli altri, e noi faremo di tutto per proteggerli”. Un messaggio forte che trova conferma nel successo della guida, che per il terzo anno consecutivo ha superato le vendite della celebre Guida Michelin.

Anche Chiara Cauda, direttrice editoriale, ha parlato con emozione di questo progetto, descrivendo “Osterie d’Italia” come un vero e proprio tesoro da custodire. “Questa guida continua a raccontare storie e tradizioni proprio come un romanzo”, ha dichiarato, ricordando come il libro sia stato un punto di riferimento per la ristorazione italiana per decenni.

Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, ha voluto evidenziare il ruolo fondamentale delle osterie nel promuovere una ristorazione che va oltre il cibo, abbracciando valori come la sostenibilità, la filiera corta e la convivialità: “Il futuro è anche qui, in osteria, dove osti e cuochi esprimono un’altra idea di ristorazione e di mondo, basata su scelte etiche e responsabili”.

Il contributo del Piemonte e il futuro della ristorazione

Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, ha infine rivolto un appello ai ristoratori piemontesi e italiani presenti alla presentazione, invitandoli a sostenere la formazione di giovani immigrati nel campo della ristorazione. “Abbiamo il dovere di trasmettere il nostro sapere a chi vuole e può essere un aiuto straordinario”, ha dichiarato Petrini, ricordando quanto sia importante il ruolo delle osterie nella trasmissione delle tradizioni culinarie del nostro paese.

Il Piemonte, con le sue 178 osterie segnalate e le 29 Chiocciole, dimostra di essere non solo una regione di eccellenza gastronomica, ma anche un territorio in cui la tradizione incontra l’innovazione, offrendo ai visitatori un’esperienza culinaria che va oltre il semplice pasto, celebrando la cultura e l’ospitalità italiana.

Le 29 chiocciole del Piemonte

Osteria dell’Arco – Alba (CN)

‘L Bunet – Bergolo (CN)

Locanda dell’Olmo – Bosco Marengo (AL)

Battaglino – Bra (CN)

Boccondivino – Bra (CN)

Fuorimano – Busca (CN)

Reis Cibo Libero di Montagna – Busca (CN)

Il Moro – Capriata d’Orba (AL)

Cacciatori – Cartosio (AL)

Madonna della Neve – Cessole (AT)

La Torre – Cherasco (CN)

Locanda dell’Arco – Cissone (CN)

La Speranza – Farigliano (CN)

Locanda Fontanazza – La Morra (CN)

Lou Pitavin – Marmora (CN)

Repubblica di Perno – Monforte d’Alba (CN)

Belvedere Roero – Monteu Roero (CN)

Cantina dei Cacciatori – Monteu Roero (CN)

Da Vittorio – Nucetto (CN)

Corona di Ferro – Saluzzo (CN)

Osteria della Pace – Sambuco (CN)

Del Belbo da Bardon – San Marzano Oliveto (AT)

La Coccinella – Serravalle Langhe (CN)

Impero – Sizzano (NO)

Antiche Sere – Torino (TO)

Consorzio – Torino (TO)

Scannabue – Torino (TO)

Osteria dell’Unione – Treiso (CN)

Locanda del Falco – Valdieri (CN)

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