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Torino: Rinasce il Monumento all’Autiere d’Italia al Parco Millefonti

Il design del Monumento è caratterizzato dalla sua forma circolare, un movimento che richiama visivamente il motto dell’Arma degli Autieri: Fervent Rotæ, Fervent Animi

Gabriele Farina

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TORINO – Si è tenuta questa mattina, nella suggestiva cornice del Parco Millefonti, la cerimonia di inaugurazione del Monumento all’Autiere d’Italia, dopo un meticoloso restauro che ne ha riportato all’antico splendore la struttura e i dettagli. Un intervento tanto atteso, voluto dalla Città di Torino, che ha permesso di preservare un importante simbolo della memoria storica nazionale. L’evento ha visto la partecipazione di numerose autorità civili e militari, tra cui l’assessore comunale alla Cura della città, Francesco Tresso, il Presidente dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, Tenente generale Gerardo Restaino, e il Capo dell’Arma Trasporti e Materiali dell’Esercito Italiano, Tenente Generale Sergio Santamaria.

Un Monumento carico di storia

Realizzato nel 1965 grazie all’iniziativa dell’Associazione Nazionale Autieri d’Italia, il Monumento all’Autiere d’Italia è dedicato al sacrificio di coloro che, senza nome e senza volto, hanno trasportato truppe e materiali nelle prime linee di battaglia, offrendo la loro vita per la patria. L’opera, firmata dallo scultore Goffredo Verginelli e dall’architetto Renato Costa, con la collaborazione dell’ingegnere Renato Giannini, rappresenta un’iconica ruota a sei raggi, simbolo del mezzo meccanico e fulcro dell’attività degli autieri.

Non è un caso che la collocazione scelta per questo tributo sia Torino, una città storicamente legata allo sviluppo della motorizzazione sia civile che militare. Il Monumento, posto proprio di fronte al Museo dell’Automobile, si erge come un omaggio alle radici industriali e al ruolo chiave che Torino ha avuto nel progresso del settore automobilistico italiano.

Un’opera circolare dal profondo significato

Il design del Monumento è caratterizzato dalla sua forma circolare, un movimento che richiama visivamente il motto dell’Arma degli Autieri: Fervent Rotæ, Fervent Animi (“Ruote in movimento, animi in fiamme”). Questo dinamismo è riflesso anche nella fascia esterna in bronzo, lunga ben 16 metri, sulla quale sono scolpite scene che raccontano momenti cruciali della vita degli autieri. La ruota, elemento centrale della composizione, poggia su un basamento in cemento armato ricoperto di granito, mentre il nastro bronzeo invita il visitatore a seguire il flusso delle immagini che raccontano il quotidiano sacrificio di chi ha servito nell’Arma.

Un restauro tanto atteso

Con il passare degli anni, il Monumento è stato vittima dell’usura provocata dalla vicinanza con una strada ad alto scorrimento e dall’umidità del fiume Po. Le infiltrazioni d’acqua e l’inquinamento atmosferico avevano compromesso diverse parti della struttura, rendendo necessari interventi di restauro.

Grazie all’intervento della Città di Torino, la struttura è stata sottoposta a un restauro conservativo che ha incluso la pulizia delle superfici in cemento armato, la sostituzione di ferri a vista e la reintegrazione delle armature metalliche scoperte. Particolare attenzione è stata dedicata anche alla base in granito, dove è stata ripristinata la muratura mancante, e alla canalina di scolo delle acque piovane. Un tocco finale, che aggiunge un ulteriore valore estetico all’opera, è stata l’aggiunta di una siepe di arbusti rosso porpora che circonda il Monumento, seguendone la forma.

Un progetto più ampio

Questo restauro rientra in un progetto più vasto che ha coinvolto altri importanti monumenti della città. Oltre al Monumento all’Autiere d’Italia, sono stati oggetto di interventi anche il Monumento a Camillo Benso di Cavour in piazza Carlo Emanuele II e il Monumento a Giuseppe Garibaldi in corso Cairoli. Inoltre, tre sculture situate nel Parco di Villa Genero sono state messe in sicurezza, confermando l’impegno della Città di Torino nel preservare il proprio patrimonio artistico e storico.

Il costo complessivo dei lavori, che ha ridato vita a questi simboli della città, si è attestato attorno ai 328mila euro, una cifra che rappresenta un investimento significativo per la tutela della memoria collettiva e del patrimonio culturale torinese.

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