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Cultura

Perchè 40 persone si ritrovano per leggere in silenzio tutte insieme

Un grande successo per il Silent Reading Party allo spazio 151 di Torino

Gabriele Farina

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TORINO – Ha avuto un grosso successo il Silent Reading Party organizzato ieri sera dalle nostre Compagne di banco. Una quarantina di persone, giovani e meno giovani, si sono ritrovate nella sede dell’agenzia creativa 151 per leggere ognuno il proprio libro, ma seduti tutti quanti insieme su tappeti e cuscini. Un luogo, piuttosto affascinante con la sua maxi rampa da skaters, che durante il giorno è dedicato a tutt’altro e si è aperto alla condivisione di cultura.

I 40 partecipanti sono arrivati, sfidando la pioggia e le difficoltà di parcheggio del centro di Torino, ognuno con il suo libro (ma chi non l’aveva ha potuto approfittare della presenza di Buendia Books per acquistarne uno nuovo), e sono stati accolti da Chiara Avidano ed Elena Forno.

Una breve introduzione sul progetto, sull’idea dell’iniziativa e poi silenzio. Cellulari spenti e per un’ora tonda tonda ognuno si è immerso nella storia raccontata dal suo libro. Poi due chiacchiere e un brindisi finale prima di tornare alle proprie abitazioni. Non prima di aver lasciato gli ormai tradizionali “bigliettini” delle Compagne di banco.

Da cosa nasce il successo dell’iniziativa?

Ma perchè 40 persone decidono di uscire di casa all’ora di cena e trovarsi tutte insieme per leggere un libro in silenzio, ognuno il suo, in un evento che non prevede nemmeno uno scambio finale su quanto letto? In pratica per fare qualcosa che avrebbero serenamente potuto fare a casa propria.

E’ il mistero dei Silent Reading Party. Sarà il piacere di condividere un momento intimo o forse quello di incontrare persone con gli stessi interessi culturali. O ancora la possibilità di scambiare due chiacchiere a fine incontro e confrontarsi. Vogliamo andare oltre e pensare che i lettori in Italia siano ormai così pochi che amano ritrovarsi come fossero una setta segreta in via d’estinzione?

Forse la cosa meriterebbe uno studio sociologico ed in ogni caso non c’è dubbio che sia un ottimo segnale per il futuro culturale del Paese. Quale che sia il motivo che ha spinto i singoli partecipanti ad intervenire non c’è dubbio che l’iniziativa ha avuto successo, è piaciuta e molti dei presenti hanno invitato le due organizzatrici a riproporla al più presto.

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