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Cronaca

Le motivazioni della sentenza della Cassazione su piazza San Carlo: Appendino non ha valutato i rischi

Secondo la Cassazione Appendino “non si è limitata a ideare la proiezione della partita di calcio, ma ha dato impulso alle scelte riguardanti il luogo di svolgimento e l’ente deputato ad organizzare la manifestazione

Gabriele Farina

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TORINO – Sono state rese note le motivazioni con cui la Cassazione ha chiesto di rivedere la condanna per l’ex sindaca di Torino Chiara Appendino per la tragedia di piazza San Carlo, dove morirono 2 persone e 1672 furono i feriti. La Corte ritenne “irrevocabile” la responsabilità penale dell’ex sindaca per tutti i capi di imputazione.

Secondo la Cassazione Appendino “non si è limitata a ideare la proiezione della partita di calcio, ma ha dato impulso alle scelte riguardanti il luogo di svolgimento e l’ente deputato ad organizzare la manifestazione, senza preoccuparsi di valutare la sostenibilità in termini di sicurezza di tali scelte. Ha, inoltre, mancato negligentemente di adottare l’ordinanza antivetro, circostanza che ricade nella fase organizzativa dell’evento, con innegabili conseguenze sulla sicurezza della manifestazione”. Questo è il passaggio fondamentale.

Per quanto riguarda la richiesta di ricalcolo, è dovuta al fatto che in Appello i giudici avevano prosciolto l’imputata dall’accusa di lesioni per 10 feriti ma senza aver “ridotto la pena così incorrendo in una palese violazione del divieto di reformatio in peius”.

Appendino era stata condannata a 18 mesi di reclusione.

La Cassazione scrive anche che sono “numerose le circostanze indicate dai giudici di merito suscettibili di rivelare la superficialità della preparazione della manifestazione e la sottovalutazione dei rischi a cui erano esposti gli spettatori in ragione della scarsità del tempo impiegato per l’organizzazione della proiezione”, ricordando che “la scelta del luogo nel quale effettuare la proiezione avrebbe dovuto essere preceduta, nel contesto temporale di riferimento, da una riflessione ponderata, che avesse tenuto conto della peculiare conformazione della piazza e del numero dei partecipanti, anche alla luce delle modalità di allestimento della proiezione, che prevedeva un unico maxischermo nelle vicinanze del quale si sarebbero affollati migliaia di spettatori”. Inoltre “i giudici di merito hanno posto in rilievo come Appendino fosse stata ben al corrente della necessità di una organizzazione scrupolosa della manifestazione sotto il profilo della sicurezza, pubblicizzando nei suoi messaggi un impegno di settimane nella preparazione dell’evento per assicurare lo svolgimento sicuro della proiezione”.

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