Società
La storia terribile del manicomio dei bambini di Grugliasco Villa Azzurra
A rivelare l’orrore che accadeva quotidianamente tra quelle mura fu un servizio fotografico di Mauro Vallinotto pubblicato su L’Espresso del 26 luglio 1970
GRUGLIASCO – La decisione presa dal Consiglio regionale del Piemonte di trasformare in residenza universitaria l’ex ospedale psichiatrico infantile di Grugliasco ha riacceso il ricordo su quello che è stato uno degli orrori più grandi della storia d’Italia.
Villa Azzurra, tecnicamente ampliamente dell’“Istituto Interprovinciale Vittorio Emanuele III per infermi di mente in Grugliasco” riservato ai bambini fino a 14 anni, si trovava in via Lombroso, a Grugliasco, proprio al confine con Collegno, dove sorgeva uno dei più noti istituti psichiatrici italiani.
Le fotografie di Mauro Vallinotto
Quello che in teoria avrebbe dovuto essere un “reparto aperto” si rivelò essere un vero e proprio lager per bambini. A rivelare l’orrore che accadeva quotidianamente tra quelle mura fu un servizio fotografico di Mauro Vallinotto pubblicato su L’Espresso del 26 luglio 1970. Le foto rivelavano bambini legati al letto, elettroshock, torture e violenze. In pratica ai bambini erano riservati gli stessi inumani trattamenti che erano riservati agli adulti.
Le fotografie di Vallinotto mostrarono l’orrore, quella di una bambina nuda praticamente crocifissa nel suo lettino divenne il simbolo di questa storia. Poche ore dopo l’uscita in edicola del giornale le forze dell’ordine fecero irruzione a Villa Azzurra per una serie di verifiche che portarono all’arresto del direttore Giorgio Coda.
Il dottore elettricista
Giorgio Coda, che aveva lavorato all’istituto psichiatrico di Collegno, divenne direttore di Villa Azzurra nel 1964. I suoi metodi erano brutali, con ampio uso dell’eletttroshock, tanto da venir definito “dottor elettricista”. Il processo che si svolse a partire dal 1970 lo vide condannato per maltrattamenti a cinque anni di detenzione, al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dalla professione medica per cinque anni.
Chi erano gli ospiti di Villa Azzurra
Inoltre, come capitava per gli adulti e forse in maniera ancora più accentuata, i bambini ospitati (ma sarebbe più corretto dire detenuti) nella struttura erano quasi sempre bambini vivaci o disabili. C’era chi era stato rinchiuso a Grugliasco dalla famiglia perchè difficile da contenere o anche solo perchè continuava a fare la pipì a letto. Raramente si trattava effettivamente di minori con effettivi problemi psichiatrici.
Le testimonianze di chi, dopo la Legge Basaglia del 1978 uscì da quella struttura, sono devastanti.
In copertina la foto simbolo degli orrori di Villa Azzurra di Mauro Vallinotto pubblicata su L’Espresso.
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Lucia Gallo
2 Agosto 2024 at 12:54
Che orrore una brutta storia, da ricordare perché nonsi debba mai più ripetere!! Quel medico doveva essere radiato all’albo dei medici per sempre non per 5 annie ingalera per sempre!