Seguici su

Società

A Torino nacque la prima linea aerea passeggeri d’Italia

Tra i tanti primati di Torino c’è anche la prima linea aerea passeggeri d’Italia. Era una tratta idrovolante Trieste-Torino-Trieste con scalo a Pavia e Venezia

Gabriele Farina

Pubblicato

il

TORINO – Tra i tanti primati di Torino c’è anche la prima linea aerea passeggeri d’Italia. Era una tratta idrovolante Trieste-Torino-Trieste con scalo a Pavia e Venezia. La rotta seguiva il corso del fiume Po e comprendeva gli idroscali di Torino, Pavia, Venezia.

L’idroscalo di Torino era proprio accanto al ponte Isabella ed è stato abbattuto alla fine degli anni ’50, dopo essere stato un noto ristorante chiamato proprio “L’idroscalo”.

La Società Italiana Servizi Aerei

La S.I.S.A., ovvero Società Italiana Servizi Aerei, fondata dai fratelli triestini Cosulich, fu la prima linea di aviazione civile operante in Italia. Dopo un paio di anni di test, la cerimonia ufficiale di inaugurazione della linea aerea avvenne il 1 aprile 1926 a Pavia sul Ticino alla presenza di Benito Mussolini giunto appositamente da Roma. Il volo inaugurale partì in contemporanea da Portorose (Trieste) e dall’Idroscalo di Torino con due coppie di idrovolanti.

Il volo durava circa cinque ore e copriva una distanza di 574 chilometri lungo il corso del Po. La tariffa del biglietto oscillava tra le 300 e le 375 lire, che corrispondevano circa a uno stipendio medio dell’epoca. La flotta iniziale di aerei a disposizione era di soli due idrovolanti biplani CANT 10ter monomotore con posto per il pilota all’aperto. A bordo potevano starci 5 passeggeri e il pilota.

Il servizio funzionò fino al 1934 quando la S.I.S.A. venne assorbita dalla S.A.M. (Società Aerea Mediterranea). L’hangar sul Po venne abbandonato e poi, come detto, utilizzato come ristorante fino all’abbattimento alla fine degli anni ’50.

L’idroscalo

Progettata dall’architetto Giuseppe Pagano, la struttura dell’idroscalo era relativamente semplice e consisteva in un hangar in legno con finestre sui tre lati edificato su piloni in cemento armato poggianti sul greto del fiume. L’attracco degli idrovolanti avveniva al termine degli scivoli che consentivano le operazioni di sbarco e imbarco dei passeggeri e l’eventuale ricovero del velivolo all’interno dell’hangar; esso, a sua volta, era collegato ad una passerella che conduceva alla sponda del fiume.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *