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Salute

I medici del Koelliker hanno un nuovo strumento per comunicare con i bambini con difficoltà linguistiche

L’obiettivo è permettere ai sanitari di entrare in comunicazione con i bambini con difficoltà linguistiche

Gabriele Farina

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TORINO – Da sempre i bambini sono al centro del progetto dell’Ospedale Koelliker, nato nel 1928 come Ospedalino. Dopo quasi 100 anni l’idea del fondatore Enrico Koelliker ispira ancora le scelte aziendali: l’impegno nei riguardi della salute dei bambini e degli adolescenti è alla base di una società che guarda al futuro.

Ospedale Koelliker di Torino e Fondazione Paideia hanno realizzato un nuovo importante progetto per una sanità sempre più inclusiva e a misura di tutti i bambini: sono stati messi a punto strumenti in simboli della CAA specifici per accogliere i piccoli pazienti e raccontare le diverse attività sanitarie dell’Ospedalino Koelliker. Le visite specialistiche, gli esami strumentali (ECG, ecografie e radiografie) e gli interventi terapeutici (odontostomatologici, oculistici, gastroenterologici…) sono stati tradotti in semplici e schematici simboli colorati in modo da permettere ai sanitari di entrare in comunicazione con i bambini con difficoltà linguistiche. L’obiettivo è quello di supportare i bambini con difficoltà comunicative complesse o di origine straniera durante l’esperienza ospedaliera e ridurre le barriere di comunicazione tra i sanitari e i piccoli pazienti.

Utilizzando questi innovativi supporti, i medici, i tecnici e gli infermieri, opportunamente formati, sono quindi in grado di accogliere i bambini, spiegare loro con chiarezza quanto accade durante la visita e trovare insieme strategie per superare preoccupazioni e paure.

I bimbi, a loro volta, capiscono le istruzioni, possono comunicare efficacemente le proprie necessità, hanno la possibilità di fare domande, di rispondere a richieste e sono messi nelle condizioni ottimali per affrontare la visita medica riducendo ansia e stress.

La Dott.ssa Graziana Galvagno, responsabile Ospedalino Koelliker racconta: “L’obiettivo di questo progetto di collaborazione con Paideia è migliorare l’accoglienza, il benessere e la partecipazione del bambino con difficoltà comunicative che si trovi a dover affrontare una visita in ospedale. L’efficacia della comunicazione tra paziente e operatore costituisce un aspetto importante nel percorso di cura: quando nel bambino la comunicazione è compromessa è necessario facilitarla acquisendo competenze specifiche. I nostri professionisti pediatrici hanno frequentato un corso di formazione realizzato ad hoc dalla Logopedista Chiara Ballocco di Fondazione Paideia per sviluppare maggiori competenze di Comunicazione Aumentativa Alternativa e poter utilizzare al meglio i nuovi supporti di cui ci siamo dotati”.

Chiara Ballocco, logopedista del Centro Paideia, spiega: “La comunicazione tra operatori in ambito ambulatoriale e pazienti con bisogni comunicativi complessi è spesso caratterizzata dalla difficoltà nel comprendere l’altro e nel farsi capire dall’altro. Studiando sul campo le attività dell’Ospedale Koelliker abbiamo creato diversi strumenti che i professionisti sanitari possono utilizzare per comunicare con i pazienti: 16 storie sociali riguardanti i settori di visite specialistiche pediatriche, esami e visite del settore oculistico e dentistico, 13 tabelle a tema riguardanti gli esami e le visite per facilitare la conversazione durante l’esecuzione, 15 agende comunicative, ausili che forniscono le informazioni riguardanti la successione degli step dell’esame o della visita, e 1 kit portachiavi per ogni operatore sanitario coinvolto, tale ausilio fornisce simboli utili per bisogni comunicativi trasversali e veloci. Siamo molto felici di portare avanti questa progettualità, che vede anche un impegno sul fronte della ricerca con una studentessa, Gaia Vecchiattini, che sta dedicando la propria tesi a questo tema e nei prossimi mesi verranno raccolti gli esiti. L’accoglienza parte dal gestire il momento di attesa, spesso faticoso per i bambini con disabilità: per questo i vari reparti sono stati forniti di un piccolo scaffale di libri di narrativa in simboli della CAA per rendere anche questi momenti inclusivi e accoglienti”.

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