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Cultura

Si chiude in Barriera a Torino il Festival di Musica Contemporanea tra didattica e ricerca

L’idea alla base è stata quella di portare la musica di ricerca fuori dai circuiti convenzionali

Gabriele Farina

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TORINO – Sarà la Galleria d’arte Gagliardi e Domke, una realtà che, nel gennaio 2011, ha rilanciato la sua sfida cambiando sede e trasferendosi dal centro di Torino a Barriera di Milano, in uno spazio post-industriale di 700 metri quadrati con spazi espositivi, magazzini ed esposizioni permanenti, a ospitare il gran finale di “In.FEST.ante”, festival che, da gennaio a marzo, ha proposto musica di ricerca per l’attualità. Lo ha fatto proprio a Barriera, in un quartiere che, contro i luoghi comuni, per gli organizzatori è il più “europeo” della città e il più ricco di realtà ed energie creative.

Per l’ultimo appuntamento del Festival di Musica Contemporanea tra didattica e ricerca realizzato con il contributo di Compagnia di Sanpaolo, l’appuntamento è per sabato 23 marzo, alle 19,30, in via Cervino 16 a Torino. Prima del concerto, sarà possibile ammirare una mostra dell’argentina Elizabeth Aro, con opere inedite, allestita da Atelier Aro.

Si inizia con la performance della giovane danzatrice Jelix sulla musica composta e pensata appositamente per lei dai Project_secret_open, collettivo musicale composto da Andrea Ullucci, Flavio Ullucci, e Rosy Togaci, direttrice del festival “In.FEST.ante”. Una performance che vuole decostruire il gesto dell’hip-hop per aprirsi a nuovi spazi di scrittura imponendo vincoli geometrici. Il potere evocativo della musica si fonde con l’ebbrezza di gestualità magnetiche, innescando l’alchimia che fa vibrare il tempo e il contemporaneo.

Alle 20, quindi, ci si immerge nel mondo sonoro dell’ospite che arriva direttamente da Londra: è Pouya Ehsaei, artista di origine iraniana, che porta al festival torinese il suo progetto live “Matter”. Partito alla fine degli anni ’90 dalla scena underground della sua città natale, Teheran, da allora si è esibito in luoghi acclamati come la Royal Albert Hall, il Barbican Centre, il Southbank Centre e la Royal Academy of Arts, oltre che in centinaia di festival, ha realizzato album, programmi radiofonici, spettacoli. Basti un dato: negli ultimi anni Pouya è stato uno dei musicisti elettronici più prolifici di Londra.

A seguire è previsto un incontro post concerto condotto da Ilaria Goglia, storica dell’arte contemporanea del MAXXI di Roma. Una figura scelta anche perché l’idea di ospitare la serata alla Galleria Gagliardi & Domke è nata per creare un’interazione tra musica e arti visive, un dialogo con le opere d’arte esposte.

Il festival

Il festival, alla seconda edizione, aveva preso il via il 13 gennaio e ha previsto una serie di live set dedicati alla produzione musicale di ricerca negli spazi inediti dello storico Circolo Arci Banfo: artisti nazionale e internazionali, selezionati dalla direttrice artistica Rosy Togaci, hanno presentato qui i loro progetti musicali.

L’idea alla base è stata quella di portare la musica di ricerca fuori dai circuiti convenzionali, in un luogo non convenzionale di Barriera di Milano. Tutti i musicisti si sono peraltro immersi nella realtà del Circolo Banfo, realizzando, nella mattina del giorno del loro set, una lezione per “spiegare” e condividere la loro musica con i bambini delle scuole del quartiere protagonisti abituali delle attività del Circolo.

Il festival è stato promosso da Circolo Banfo in partenariato con Babelica aps di Torino e Magma aps di Roma, in collaborazione con Arci Torino, Radio Banda Larga, Galleria di arte contemporanea Gagliardi E Domke, PSO Project_Secret_Open collettivo musicale, Istituto Professionale Statale “Albe Steiner” e Fondazione MAXXI (Roma) con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo.

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