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La chiusura del Borgo Medievale di Torino per ben due anni e la storia di Mastro Corradin

Il cantiere al Borgo medievale aprirà a fine gennaio per gli esterni e a fine febbraio per gli interni e durerà diciotto mesi

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TORINO – Il Borgo Medievale di Torino é dalla sua nascita una delle maggiori attrazioni turistiche della città della Mole. Ora il Borgo Medievale chiude per due anni. Sappiamo tutti che si tratta di un falso d’autore realizzato per l’esposizione generale italiana del 1884 all’interno del parco del Valentino e che le sue costruzioni sono ispirate all’architettura tipica di castelli piemontesi e valdostani, ma da sempre ha avuto il suo fascino.

Ma da domenica 31 dicembre 2023 il Borgo Medievale di Torino ha chiuso per due anni, ovvero fino all’inizio del 2026 per un intervento di riqualificazione finanziato con fondi del Pnrr. che vale sei milioni di euro e che fa parte di Progetto Torino, il suo parco, il suo fiume: memoria e futuro.

Il cantiere al Borgo medievale aprirà a fine gennaio per gli esterni e a fine febbraio per gli interni e durerà diciotto mesi; sarà influenzato dai lavori al parco del Valentino, dalla costruzione della biblioteca a Torino Esposizioni e dal rinnovo del teatro Nuovo.  Secondo i progettisti l’intervento è indispensabile perche:  “il borgo sta perdendo pezzi”.

La storia di Mastro Cerrato

Ma c’é un problema: i due artigiani che si trovavano all’interno del borgo: la stamperia di Mastro Cerrato ,aperta nel 1947, e la bottega del ferro battuto di Mastro Corradin, nata nel nel 1977. sono stati sfrattati dal Comune di Torino per quello che riguarda sia abitazione che bottega.

Il giornalista Sante Altizio ha raccontato la storia di Emil alias Mastro Corradin il fabbro del Borgo Medievale di Torino che da inizio anno ha dovuto abbandonare la sua bottega e la sua casa nel borgo medievale. L’artigiano racconta:

Emotivamente è un momento difficile, pieno di incertezze. Cerco di cogliere gli aspetti positivi, però dobbiamo traslocare entro fine febbraio, c’è molto da fare e il futuro è molto nebuloso. La chiusura del Borgo ha comportato anche lo sfratto da casa, e come puoi immaginare la fatica è grande. Sto inscatolando decine d’anni di ricordi. Stiamo avendo molte difficoltà a trovare sia una casa, che una nuova location per la bottega. Però qualcosa si muove, voglio essere ottimista. Abbiamo avuto manifestazioni di stima inaspettate e gradite. In fondo qui sono passate generazioni di torinesi, centinaia di scuole e tanti turisti. Il Borgo era un vero e proprio museo medievale a cielo aperto e per decenni noi artigiani, i gruppi di rievocazione storica, le associazioni, abbiamo ricreato sulle rive del Po un angolo di storia passata. Non è un caso se studiosi come Giuseppe Sergi, ma anche lo stesso Alessandro Barbero, hanno seguito con preoccupazione questa vicenda. Nei prossimi giorni dovrebbero essere rese pubbliche dal Comune le linee guida per il futuro del Borgo. Forse allora potremo capire qualcosa in più. Di certo non possiamo attendere due anni, “Mastro Corradin” deve trovare subito un luogo nel quale riprendere a lavorare per i gruppi di rievocazione storica, accogliere gli appassionati, fare laboratori con i bambini. È chiaro che un altro luogo paragonabile al Borgo medievale del Valentino non c’è.”

 

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