Interviste
Nigeria, la nuova avventura del colonnello Sodano di Andrea Monticone
L’intervista con l’autore del libro
TORINO – La nuova avventura del colonnello Gabriele Sodano è una scudisciata violenta che porta l’eroe nato dalla penna di Andrea Monticone da Torino al cuore della Nigeria, e del resto Nigeria è anche il titolo della nuova fiaschetta Buendia Books.
Troviamo Sodano alle prese con un processo a Torino per aver sparato a Magic Ugbalo, capo di una delle sette nigeriane che tiranneggiano con violenza estrema e minacce di ritorsioni magiche la città. Ma il processo, in cui è coinvolto anche il famigerato collega Natuzzi, è solo l’inizio di un’avventura che diventerà ben più drammatica facendoci viaggiare da Torino all’Africa.
Monticone ci porta ancora una volta nel mondo della mala nigeriana, un mondo fatto di droga e violenza estrema, esagerata, orrorifica. Questa volta andiamo a scoprirlo direttamente in Africa, dove ci viene mostrata, con pochi tratti, una situazione devastante e che appare senza speranza. Eppure, anche nel buco profondo di violenza di quei luoghi, c’è chi lotta ancora per la giustizia e per la libertà.
Intervista con Andrea Monticone
Il colonnello Sodano questa volta sembra davvero travolto dagli eventi. Cosa racconta questa storia?
In senso figurato potrei dirti che racconta di una resa dei conti, di un capitolo finale di una lunga storia oltre che di un ciclo. In senso letterale, riprende dove ci eravamo lasciati con “Carne mangia carne”: Magic Ugbalo non è morto, o forse è risorto come dice lui stesso, ed è più potente che mai. Quindi, prima trascina in tribunale Sodano, situazione che come al solito mette in imbarazzo tutta la gerarchia dell’Arma, che torna a rinfacciare al tenente colonnello l’irregolarità degli atteggiamenti di una intera carriera. Insomma, questa volta potrebbero anche cacciarlo dall’Arma. Poi, e qui entriamo nel vivo, Magic gli tende una trappola mortale in Nigeria, dove il nostro si reca per una indagine della Dia, la direzione investigativa antimafia. E’ una storia che si sposta dal noir metropolitano e abbraccia le atmosfere della spy story internazionale che io amo. In fondo, la prima avventura di Sodano, “Il Falsario di Porta Palazzo”, che altro era?
Racconto a parte, ci porti ancora una volta nel mondo estremamente violento della mala nigeriana, e questa volta ci mostri anche “la casa madre”. Qual è la caratteristica che differenzia le sette nigeriane dai gruppi criminali di altra origine?
La differenza sta in due dettagli. Il primo è che qui in Italia abbiamo iniziato a parlare di mafia nigeriana perché quello delle nostre mafie è il modello più vicino per modalità di affermazione, di controllo di un territorio, di efferatezza. E al di là delle speculazioni politiche, questo è il secondo dettaglio: le bande criminali nigeriane nascono come sette universitarie, all’Università di Ibadan per essere precisi, ai tempi del protettorato britannico. Lo spirito del primo gruppo criminale trovato a Torino, roba di vent’anni fa, era quello della “affermazione della negritudine” cito alla lettera. In patria, inizialmente, erano formazioni più vicine al terrorismo politico che al crimine organizzato. Ogni organizzazione ha la sua sfera di azione, in città diverse: c’è la droga, c’è la prostituzione, c’è la tratta di esseri umani e, adesso, le truffe informatiche e ovviamente la finanza e l’economia spicciola nel momento in cui si mettono a ripulire denaro o investire in attività lecite. In Nigeria, invece, non è strano che qualcuno finisca in politica. Uno scenario fin troppo ghiotto in un Paese così ricco e povero al tempo stesso come la Nigeria, quello che avrà la maggiore espansione demografica nei prossimi trent’anni. Una terra affascinante.
In questo pozzo di violenza c’è però chi lotta ancora per il futuro. Incontriamo un frate di una missione e un’agente di polizia nigeriana. Cosa spinge queste persone a resistere?
Potrei dirti il senso del dovere, che è quella vocina della coscienza che Sodano stesso finge di non ascoltare quando invece è forte dentro di lui quanto un arbusto che brucia dettando una dozzina di comandamenti… Fra Cristoforo e la sovrintendente Ayodele Bassey sono due personaggi che amo moltissimo, determinati ma con un profondo senso di umanità che nulla è riuscito a cancellare. Resistono e combattono perché in fondo anche i santi, alla fine, si incazzano.
E poi c’è una donna che potrebbe aiutare Sodano a non mollare…
Ambra Laurenti, capo e ormai compagna di Sodano, anche se ha la tentazione fortissima di piantarlo in asso, dopo avergli sparato come tiene a precisare. Ambra sarà la sorpresa vera per i lettori, in questa storia. Era tempo che avesse un ruolo di primo piano. Anche lei forte, determinata e come i santi di cui sopra…
La scena finale del racconto è organizzata come fosse la scena di un film. Del resto intorno al personaggio di Sodano si è già sviluppato un certo interesse da parte del mondo cinematografico, no?
La selezione di “Guarda che storia” ha sorpreso me per primo ed è stata una magnifica esperienza. Ho intravisto un potenziale di Sodano che neppure io avevo mai immaginato. E di recente, prima ancora che uscisse “Nigeria”, un produttore ha preso informazioni dalla BuendiaBooks. Ogni volta che esco dai soliti giri torinesi, vuoi perché mi confronto con addetti ai lavori o, come è successo di recente con il premio che mi hanno dato in Svizzera, Sodano non manca di sollevare interesse. La mia speranza, soprattutto per la casa editrice, è che questo interesse si concretizzi. Anche perché c’è almeno un mio personaggio che è finito ricalcato in maniera quasi imbarazzante in una recente serie televisiva… E non lo dico io: l’hanno riconosciuto in tanti. Signori creativi e produttori e anche attori che sareste perfetti come Sodano – Francesco Montanari, mi leggi? -, non siate timidi: se i miei personaggi vi piacciono, chiamatemi. Posso anche farvi uno sconto sui diritti.
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