Alessandria
Tra i nuovi Luoghi del Cuore del FAI ci sono tre capolavori da salvare del Piemonte
Ventitré “Luoghi del Cuore” avranno nuova vita grazie al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano
TORINO – Ventitré “Luoghi del Cuore” avranno nuova vita grazie al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS in collaborazione con Intesa Sanpaolo, nell’ambito della più importante campagna italiana di sensibilizzazione dei cittadini sul valore del patrimonio e sulla necessità di proteggerlo, restaurarlo e valorizzarlo.
Il Sacrificio del Reduce della Casa del Mutilato di Alessandria
In Piemonte il FAI sosterrà con un contributo di 5.000 euro il restauro del grande dipinto murale “Il Sacrificio del Reduce” che si trova nel salone delle adunanze della Casa del Mutilato, Alessandria, al 5° posto della classifica nazionale del censimento 2022 con 25.350 voti raccolti dal comitato “Insieme per Alessandria”. Promossa dalla Sezione locale dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra già dalla metà degli anni Trenta, la Casa del Mutilato fu costruita nel 1938-40 per dare una sede moderna e decorosa all’associazione e alle altre organizzazioni minori del settore. Il progetto fu affidato all’ingegner Venanzio Guerci, tra i protagonisti dell’urbanistica alessandrina del periodo. Pur volendo realizzare un palazzo che si distinguesse “per modernità, proporzioni e forma” dalle case private, Guerci creò un edificio in bilico tra il razionalismo tipico dell’epoca e i canoni di inizio Novecento. Tra gli elementi di spicco troviamo la grande balconata per dare lustro agli oratori, il corpo sporgente finestrato per potenziare la luminosità e, all’interno, la concentrazione degli spazi comuni al pianterreno e nel seminterrato, per agevolare la frequentazione da parte di persone gravemente ferite in guerra. A decorare la nuova costruzione furono chiamati i maggiori artisti della provincia, tra cui Alberto Caffassi (1894-1973), autore del grande dipinto murale nel salone delle adunanze sul piano rialzato, con il quale si voleva celebrare il “Sacrificio del Reduce” e la vittoria italiana nella Grande Guerra. A gennaio 2022 l’Associazione Confindustria Alessandria ha annunciato che proprio nella Casa del Mutilato avrà la sua nuova “casa”, ponendosi l’obiettivo, dopo anni di abbandono, di ridare accessibilità all’edificio e aprire anche al pubblico gli spazi e gli ambienti. Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo permetterà il restauro del grande dipinto murale “Il Sacrificio del Reduce”, con l’obiettivo di promuovere l’opera e il suo artista. Il dipinto, restaurato nel 1996, risulta oggi molto danneggiato da umidità ed efflorescenze saline. Il progetto presentato al Bando, inserito nel più ampio programma di recupero dell’immobile, farà sì che la Casa del Mutilato diventi in futuro uno spazio di co-housing per varie realtà culturali di Alessandria, mostre, incontri e convegni.
Il Complesso della Cattedrale di San Giusto a Susa
Ancora, il FAI supporterà con un contributo di 10.000 euro un progetto di restauro a favore del Complesso della Cattedrale di San Giusto a Susa (TO), al 62° posto della classifica nazionale del censimento 2022 con 4.615 voti raccolti dal comitato “Cripta di San Giulio” di cui fanno parte: il Centro Culturale Diocesano che ha successivamente coordinato la predisposizione del progetto di restauro presentato al Bando, l’Associazione Jonas che con il tempo messo a disposizione dai suoi volontari, supporta il centro culturale nella fruizione del patrimonio cittadino e di valle, gli Amici del Castello e la Delegazione FAI di Susa che contribuiscono a promuovere il patrimonio cittadino. Susa è un comune di 6.500 abitanti della Città Metropolitana di Torino, capoluogo dell’omonima valle. La cattedrale di San Giusto, posta nel cuore della città, è un’imponente testimonianza di storia e architettura, costruita nel XII secolo sul sito di una precedente chiesa paleocristiana e rappresenta un connubio affascinante di stili romanico e gotico. L’edificio, dotato in origine di un grande transetto aggettante e presbiterio, affiancato da quattro cappelle, fu profondamente rimaneggiato nell’area absidale nel 1321, data in cui si segnala l’urgenza di eseguire un intervento di rifacimento in quanto la zona minacciava rovina. Risale probabilmente a quella data l’obliterazione dell’originaria cripta romanica rinvenuta all’inizio di quest’anno durante la campagna di restauro per la messa a nuovo del coro ligneo, avviata nel 2021. La Cripta della Cattedrale di San Giusto è stata una vera sorpresa per Susa: in nessuna fonte storica si faceva infatti riferimento alla presenza di un ambiente sotto l’abside, tanto che i sondaggi archeologici avviati avevano come obiettivo quello di indagare la consistenza del substrato al di sotto del pavimento. Da un primo studio la stanza ipogea risalirebbe alla fondazione della cattedrale avvenuta nell’XI secolo per volere del marchese di Torino Olderico Manfredi, che qui fondò anche il monastero benedettino maschile. La Basilica venne consacrata nel 1027 ed è divenuta cattedrale della Diocesi di Susa nel 1772. La cripta non si è ancora totalmente svelata, ma è perfettamente conservata. Nel corso delle indagini sono emersi quantitativi ingenti di frammenti di affresco, stucchi e altri materiali di pregio. Il recupero completo della cripta e dei suoi ornamenti prevede una futura fruizione da parte del pubblico, con un indubbio arricchimento dell’offerta culturale della città di Susa e dei suoi percorsi monumentali. Il progetto sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo permetterà lo studio e il restauro degli affreschi dell’abside della Cattedrale di San Giusto, emersi durante la rimozione del coro ligneo del XIV secolo. Le tracce di un affresco sono tornate alla luce a livello di metà pavimento e hanno dato il via a un importante scavo archeologico all’interno della cattedrale. L’affresco, una teoria di santi che adornava la zona absidale, appartiene molto probabilmente alla fase gotica della cattedrale segusina. L’intervento che verrà finanziato prevede indagini termodiagnostiche, interventi di pulitura, fissaggio, recupero e valorizzazione del decoro parietale.
L’Antica Fonderia di campane Achille Mazzola 1403 a Valduggia
Infine, sempre in Piemonte il FAI sosterrà con un contributo di 22.000 euro un progetto di valorizzazione a favore dell’Antica Fonderia di campane Achille Mazzola 1403, Valduggia (VC), all’11° posto della classifica nazionale del censimento 2022 con 17.457 voti raccolti dal comitato “Fonderia Achille Mazzola 1403”. Il paese è un borgo di origine medievale situato nella bassa Valsesia famoso per aver dato i natali a Gaudenzio Ferrari, uno dei più famosi pittori italiani vissuto a cavallo tra il quindicesimo e il sedicesimo secolo. La fabbricazione di campane della Fonderia Mazzola è stata effettuata in maniera artigianale dagli inizi del Quattrocento fino a pochi anni fa. Fino alla fine dell’Ottocento tutti i passaggi per la preparazione delle campane, compresa la fusione in bronzo, venivano realizzati direttamente di fronte alle chiese per le quali venivano prodotte. La prima testimonianza della produzione Mazzola è l’antica campana della Chiesa di Luzzogno nel Verbano Cusio Ossola, su cui è incisa la data “1475” sormontata dal marchio della Fonderia. I segreti della produzione artigianale hanno continuato a essere tramandati di padre in figlio, fino a Roberto Mazzola, che ha chiuso l’attività nel 2004. Nell’arco di sei secoli vennero fuse circa 35.000 campane che andarono in tutto il mondo (Cina, America, Australia ed Africa). La più grande mai fusa fu di 42 quintali e 50 kg per la Consolata di Torino nel 1940. Il progetto di valorizzazione, sostenuto da FAI e Intesa Sanpaolo, permetterà la creazione di un carillon di 9 campane a uso didattico per tramandare la tradizione campanaria. Le campane verranno fuse con la stessa tecnica utilizzata dai Mazzola, con gli antichi fregi e con le sagome originali in possesso del museo, offrendo così la possibilità di avvicinarsi alla musica campanaria, soprattutto attraverso un progetto mirato ai bambini e alle scuole. QUn’antica tradizione quella della fabbricazione di campane della Fonderia Mazzola è un’antica tradizione che è stata portata avanti secondo la tecnica artigianale, dagli inizi del Quattrocento fino a pochi anni fa.
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