Salute
All’AOU San Luigi di Orbassano è stato eseguito il primo trapianto di cornea
Inaugurata l’attività di trapianto di cornea e nuovi sviluppi della terapia cellulare oculare
ORBASSANO – Il primo trapianto di cornea all’Ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano, e primo trapianto in assoluto in Azienda, è stato eseguito con successo dall’equipe del prof. Raffaele Nuzzi, direttore della struttura complessa di Oculistica dell’Azienda ospedaliero universitaria.
L’intervento, su una paziente di 81 anni affetta da distrofia della cornea, è stato effettuato, con materiale biologico da donatore, mediante tecnica di cheratoplastica perforante con doppia filza antitorsione. La cornea della paziente presentava opacamento diffuso in un quadro di degenerazione corneale, pregresse infezioni e spessori corneali differenziati e ridotti.
Il trapianto è stato condotto in regime di Day Hospital con pernottamento e il giorno successivo la paziente ha potuto far rientro a casa con follow up programmato a una settimana, poi a 15 giorni e infine a un mese. Il periodo di follow up si è appena concluso e la paziente, che prima dell’intervento percepiva solo la luce e a distanza ravvicinata, ha recuperato 7 decimi di vista già nei primi giorni successivi al trapianto, con un decorso post intervento regolare e senza complicazioni.
La struttura complessa di Oculistica dell’Ospedale San Luigi è nata a maggio 2022, sotto la guida di Raffaele Nuzzi, e a giugno ha ottenuto l’autorizzazione al trapianto di cornea dal Centro Regionale Trapianti e dall’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. Si arricchisce così l’offerta di trapianti sul territorio piemontese e non solo e la Aou San Luigi Gonzaga di Orbassano diventa importante punto di riferimento in quest’ambito.
“La compresenza nella nostra azienda dell’attività clinica offerta ai pazienti e della ricerca dell’Università – commenta Davide Minniti, Commissario dell’AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano – consente una collaborazione fattiva ed efficace fra le due anime della medicina, che in settori specifici come l’oculistica permette di ampliare concretamente l’offerta di salute alla cittadinanza ed è stata la premessa per portare a termine il primo trapianto nella storia dell’AOU San Luigi Gonzaga”.
“Si tratta di un tassello importante nel percorso di crescita non solo dell’ Oculistica del San Luigi – spiega Raffaele Nuzzi – che è impegnata a sviluppare anche, in particolare, la terapia cellulare oculare tramite innesto autologo, cioè con cellule provenienti dallo stesso paziente, utile nel trattamento di tutte le patologie di opacamento della cornea, malattie oculari di fatto inguaribili come il glaucoma, varie forme di retinite e la degenerazione maculare. Le vie di elezione dell’autoinnesto oculare sonno a livello dell’angolo irido-corneale, vitreale e sul nervo ottico, non sclero retinico posteriore”.
La terapia cellulare oculare tramite innesto autologo di cellule staminali del paziente è un approccio terapeutico innovativo, su cui si concentrano gli studi più recenti del professor Nuzzi e dell’Oculistica del San Luigi in collaborazione con il dipartimento di Biotecnologie dell’Università degli Studi di Torino e con il NICO, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, che ha sede sempre presso l’Ospedale San Luigi di Orbassano.
“La terapia cellulare ripetibile – spiega ancora Raffaele Nuzzi – rende possibile la rigenerazione dei tessuti dell’occhio con l’impiego di cellule staminali autologhe o loro bio-prodotti, tra cui gli esososmi, ed è un approccio utile negli esiti delle patologie della cornea, trattate ad oggi mediante trapianto, con sempre più limitata disponibilità di tessuti idonei da donatore eterologo.
Non è alternativa alla terapia genetica oculare, ove però è necessaria una mappatura completa dei geni, e neanche all’occhio bionico, che determina ad oggi una invasività anatomica irreversibile che pregiudica qualsiasi tipo di riabilitazione biologica.
Questo nuovo approccio terapeutico richiede interazioni multidisciplinari con le biotecnologie e con l’anatomia umana, tanto da determinare la nascita di una nuova figura professionale: il Biologo Oculare, che stiamo formando. L’azione, in contemporanea all’autoinnesto oculare, è anche sulla chiave biochimica delle cellule staminali intraoculari, presenti e dormienti (10.000 circa)”.
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