Alessandria
L’ANPI di Casale contro l’intitolazione del ponte sul Po a Ugo Martinat
Le intitolazioni di spazi pubblici sono uno strumento identitario importante per una comunità
Casale Monferrato – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’ANPI di Casale Monferrato riguardo l’intitolazione del ponte sul Po di Casale ad Ugo Martinat.
Le intitolazioni di spazi pubblici sono uno strumento identitario importante per una comunità: queste fissano indelebilmente nei luoghi dove essa vive la memoria di un personaggio o di un evento storico e contribuiscono, così, alla formazione e al rafforzamento della memoria collettiva.
Su questa premessa l’ANPI, testimone e custode della lotta vincente combattuta dal popolo per la Liberazione e la Democrazia del nostro Paese, non può certo rimanere indifferente alla pretesa dell’attuale Amministrazione di intitolare il ponte sul Po a un parlamentare proveniente dalle file
del Movimento Sociale Italiano (MSI).
Respingiamo infatti con forza la narrazione insistita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni – e ripresa localmente dall’assessore Luca Novelli – secondo la quale il MSI traghettò: «verso la democrazia milioni di italiani usciti sconfitti dalla guerra».
La realtà storica è del tutto diversa; come ha sottolineato lo storico Davide Conti: «al netto dell’immaginario meloniano questo ruolo fondamentale venne svolto dai grandi partiti di massa antifascisti: Democrazia Cristiana, Partito Comunista, Partito Socialista che assolsero il compito di socializzare ed alfabetizzare alla democrazia un popolo abituato da Mussolini, e dai suoi sottoposti come Giorgio Almirante, a “credere, obbedire e combattere”».
Erano state infatti, ancora il 30 giugno del ’60, le sdegnate manifestazioni popolari e operaie della Genova antifascista a impedire lo svolgimento del congresso che il MSI aveva provocatoriamente scelto di tenere nella città, medaglia d’oro della Resistenza, che aveva costretto i nazisti a firmare la resa ai Partigiani.
Il MSI costituiva, dopo ben quindici anni dalla Liberazione, «un partito tanto impresentabile da spingere in quei giorni dirigenti della Resistenza come Sandro Pertini a ricostituire a Genova il CLN per impedire il congresso del MSI […]. Questo accadeva quando la storia aveva un senso sulla pelle viva del Paese» (Davide Conti).
E ricordiamo che il 25 maggio 1970 – altri dieci anni erano passati da allora – il segretario del MSI Giorgio Almirante «auspicava per l’Italia un colpo di Stato sul modello della Grecia dei colonnelli contro il comunismo» (Davide Conti).
La nostra associazione non può quindi ignorare la provenienza politica di Ugo Martinat dal MSI, cioè da una forza politica che non ha mai messo in discussione le proprie radici infisse profondamente nel Partito Nazionale Fascista.
E’ quindi fuori da ogni polemica di corto respiro se oggi denunciamo che, con il pretestuoso argomento dell’attribuzione a Ugo Martinat del merito dell’ampliamento del ponte sul Po, si intende rafforzare il tentativo già in atto, a livello nazionale e locale, di riscrivere la storia della nostra Democrazia accreditandovi come costitutive figure e forze partitiche invece estranee al percorso costituzionale.
La nostra associazione ha denunciato e denuncia sempre – indipendentemente dal soggetto politico o amministrativo che la assume – ogni decisione che sia presa in sfregio alla Costituzione oppure che pratichi un disegno strategico per piegare strumenti pubblici allo specifico interesse politico di parte.
Ed è palese che in quest’ultima fattispecie va ascritto il caso dell’intitolazione.
Concludiamo conseguentemente ribadendo che ogni intitolazione di spazi o opere pubbliche può solo riguardare persone o avvenimenti dei quali non sia in alcun modo dubitabile l’appartenenza allo schieramento e alla prassi antifascista.
Questo è il comandamento ineludibile della nostra Costituzione antifascista.
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