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Cronaca

Quattro arresti a Torino per associazione mafiosa, convolta la cooperativa Liberamensa

Tra gli arrestati c’è Rocco Prenestì, storico appartenente alla criminalità organizzata del Piemonte

Gabriele Farina

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Torino – La DDA di Torino ed il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale dei Carabinieri hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere, disposta dal GIP nei confronti di quattro persone, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di beni e organizzazione del gioco d’azzardo.

Tra gli arrestati c’è Rocco Prenestì, 72 anni, storico appartenente alla criminalità organizzata del Piemonte e da anni legato ai maggiori esponenti della ndrangheta locale. Arrestato in passato per vari reati in materia di armi e traffico di stupefacenti, è la prima volta che viene fermato per il reato di associazione mafiosa.

Arrestato anche Rocco Cambrea, 62 anni, che deve rispondere con Pronestì di usura ed estorsione con aggravante mafiosa, e di avere organizzato una bisca clandestina in un bar di via Postumia nel quale si occupava di gioco d’azzardo già a metà degli anni ’90, prima di essere condannato nel procedimento c.d. “Cartagine”.

Secondo l’ipotesi d’accusa Pronestì e Cambrea avevano in corso da anni attività di usura ed estorsione ai danni di giocatori d’azzardo e piccoli imprenditori, spalleggiati da Saverio Giorgitto, 54 anni, e da Crescenzo D’alterio, 48 anni. Con quest’ultimo i due avevano organizzato un’articolata attività di infiltrazione in attività economiche lecite, specie nel settore del commercio di alimenti, utilizzando una serie di prestanome e le competenze di alcuni professionisti, oggi indagati.

L’attività d’indagine ha evidenziato anche l’infiltrazione nella cooperativa sociale Liberamensa, aggiudicataria, fra l’altro, dell’appalto comunale per il servizio di ristorazione nel Palazzo di Giustizia di Torino; I tre, anche a seguito di contatti con appartenenti alla famiglia Belfiore, riuscivano a controllarla e a depauperarla, sino all’interruzione del servizio dovuta all’emergenza epidemica.

Il fascicolo si trova tuttora nella fase delle indagini preliminari e nei prossimi giorni si procederà all’interrogatorio degli indagati.

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