Salute
Alle Molinette di Torino si potrà effettuare il trapianto di microbiota fecale
Più del 90% dei pazienti con colite recidivante da Clostridium Difficile guarisce dopo una o più sessioni
La Città della Salute di Torino ha ottenuto l’autorizzazione e l’accreditamento per il trapianto di microbiota fecale, un nuovo tipo di trapianto che fino ad oggi non poteva essere effettuato alle Molinette. Si è giunti a questo prestigioso traguardo dopo anni di duro lavoro, svolto in sinergia con la Direzione Sanitaria, la Gastroenterologia (diretta dal professor Giorgio Maria Saraccco), la Microbiologia, l’Infettivologia ed il Laboratorio di Biochimica delle Molinette.
Il trapianto di microbiota fecale (FMT) è il processo attraverso il quale le feci prelevate da un individuo sano vengono trasferite nell’intestino di una persona malata, attraverso clistere, colonscopia o altri metodi.
L’obiettivo di questa metodica è eliminare i microrganismi patogeni dall’intestino al fine di ripristinare l’equilibrio del microbiota intestinale (impropriamente definito flora batterica intestinale).
Attualmente il trapianto fecale è autorizzato dall’AIFA solo per il trattamento negli adulti dell’infezione da Clostridium Difficile recidivante o resistente alla terapia antibiotica. Quest’infezione in genere avviene nelle persone immunodepresse e/o soggette a lunghe terapie con antibiotici, determinando una colite particolare detta pseudomembranosa, perché caratterizzata dalla comparsa sulla mucosa del colon di numerose placchette bianco-giallastre.
Questa colite può indurre in una percentuale minoritaria di pazienti un danno grave alle pareti intestinali con un rischio di mortalità del 10%.
Il trapianto di microbiota fecale è una metodica presente in alcuni Paesi occidentali e ha percentuali di successo superiori al 90% a fronte di rari e modesti effetti collaterali.
Essendo considerato a tutti gli effetti un vero e proprio trapianto di tessuto, tale metodica è soggetta alla rigida disciplina che regola tutti i trapianti d’organo. Il donatore è scelto con criteri di inclusione molto rigidi, è studiato preliminarmente con un accurato colloquio per escludere comportamenti a rischio, esegue minuziosi esami delle feci e del sangue e, se ritenute idonee le sue feci, sono trattate in ambiente attrezzato per essere trasferite tramite colonscopia nel colon del paziente malato.
I risultati sono estremamente gratificanti: più del 90% dei pazienti con colite recidivante da Clostridium Difficile guarisce dopo una o più sessioni (in genere non più di 3) di trasferimento di microbiota fecale tramite colonscopia, a fronte di scarsi o nulli effetti collaterali se non quelli indotti dall’esecuzione della colonscopia.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese