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Le famiglie torinesi rinunciano a spese alimentari e di svago per far fronte all’aumento dei prezzi nel 2022

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A Palazzo Birago, sono stati presentati i dati dell’Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi, indagine realizzata dalla Camera di commercio di Torino attraverso lo studio dei consumi e delle abitudini di acquisto di 240 famiglie residenti a Torino città o nella prima cintura.

Ciò che emerge subito da questa indagine è che, a causa dalla crescita generale dei prezzi cui abbiamo assistito nel 2022, per la prima volta in 10 anni le famiglie torinesi sono state costrette a risparmiare sia sulle spese alimentari, sia su quelle non alimentari ma non di primaria importanza.

Il primo passo cui le famiglie vanno incontro durante l’indagine è la compilazione di un primo questionario, volto a monitorare le spese ad alta frequenza (in particolare generi alimentari), e un secondo che registra invece le spese a più bassa frequenza (consumi non alimentari). Elaborando i risultati, i nuclei famigliari torinesi sono stati distinti in tre gruppi (autosufficienza, livello medio, benessere) in base alla propria condizione economica: ciò che emerge da questa categorizzazione è che nel 2022 le famiglie nella fascia di “autosufficienza” sono aumentate al 56,7%, contro il 41,7% del 2021, portando così ad un proporzionale calo delle famiglie di “livello medio”.


A fine 2022, si è stimato infatti che le famiglie torinesi spendano in media 2.554 euro mensili, ovvero l’1,2% (+30 euro) rispetto al 2021. Per la prima volta negli ultimi dieci anni, però, nel 2022 si registra un calo del -2,6% (-11 euro) nelle spese alimentari (soprattutto nell’acquisto di carni e salumi, pesce e prodotti dolciari; tra le spese alimentari, aumentano solo quelle per cibi pronti, in particolare per take away, mentre si rinuncia ai pasti fiori casa), mentre crescono invece del +1,9% (+41 euro) le spese non alimentari. Questo fenomeno è dovuto al generale aumento dei prezzi dello scorso anno, che ha costretto i torinesi a limitare la spesa per i generi alimentari così da poter far fronte ad altre spese necessarie non riducibili, prima tra tutte la spesa in utenze domestiche (bollette del gas, luce, riscaldamento, acqua, ecc.), categoria in cui le famiglie torinesi hanno sostenuto una spesa pari a 230 euro medi mensili (+30,7% rispetto al 2021; +55 euro). Si registra poi anche un aumento, pari al +5,4% (+13 euro), nella spesa per trasporti, a causa degli incrementi nel costo di benzina e gasolio, e nella spesa per la salute (+12,4%, +3 euro), soprattutto per visite mediche specialistiche o private.

Per quanto riguarda il tempo libero, una delle poche spese in aumento è quella per gli articoli sportivi (+22%, + 8 euro), che nel 2021 era invece calata a causa della situazione pandemica, così come aumentano le spese per viaggi e vacanze (+6,8%, + 6 euro). Si rinuncia invece ai biglietti per cinema, teatro, spettacoli e sport (-2,8%, -2 euro) e, soprattutto, all’acquisto di vestiario e calzature (-16%, -16 euro).

Parallelamente a questa situazione di consumo, nel 2022 diminuisce il numero di famiglie che dichiara di riuscire a risparmiare: sono il 20%, contro il 25% del 2021 e sono il 60,4% (34% nel 2021) le famiglie che denunciano una diminuzione del proprio potere d’acquisto.

L’inflazione ha inciso non solo sui comportamenti di acquisto, ma anche sui comportamenti di vita quotidiana, portando a riduzione degli sprechi, riscaldamento più basso e ricorso a soluzioni di mobilità sostenibile.

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