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Presentato Ddl per tutelare i locali storici d’Italia: a Torino ce ne sono 19, in Piemonte 28

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Custodi di un savoir faire di antiche radici e, al tempo stesso, trasformatori di trend in cult, i Locali storici d’Italia si ribadiscono presidio della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità italiana. Sono infatti gli alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie con almeno 70 anni di attività i protagonisti di un disegno di legge promosso dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e presentato oggi a Palazzo Madama alla presenza anche del presidente dell’Associazione Locali storici d’Italia, Enrico Magenes, e della docente di Economia del turismo alla Bocconi di Milano, Magda Antonioli. Con un’età media di 150 anni, questi locali sono infatti sopravvissuti a guerre mondiali, catastrofi naturali, crisi economiche e anche ad una pandemia, ma rischiano ora di essere fagocitati dalla metamorfosi che sta lentamente e inesorabilmente trasformando i centri storici delle nostre città tra nuovi stili di vita e pressioni economiche congiunturali. Il provvedimento prevede quindi un quadro normativo che ne tutela e valorizza l’operato, attraverso anche l’istituzione di un fondo, sotto l’ombrello del ministero delle Imprese e del Made in Italy, pari a 50 milioni di euro l’anno da utilizzarsi tra il 2023 e il 2025.

A beneficiarne saranno non solo i 200 Locali storici d’Italia tutelati e valorizzati da oltre 45 anni dall’omonima associazione, ma anche le altre (si stima circa 100) attività che rispondono ai requisiti di storicità e autenticità previsti (sia dall’associazione che dal ddl) per il riconoscimento: devono avere almeno 70 anni di storia e conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), oltre a presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri. Si va dal Caffè Greco di Roma, con il tavolino fisso di Giorgio de Chirico, al Ristorante la Bersagliera di Napoli, amato da Totò per gli spaghetti. E se la memorabilità passa spesso per il gusto, dal pesto preferito di Frank Sinatra proposto dal Ristorante Zeffirino di Genova al miracoloso brodo di carne del Ristorante Casa del Brodo “dal Dottore” di Palermo, non mancano i luoghi celebri per gli avvenimenti storici. Come l’Hotel Bernini Palace di Firenze, Hotel Parlamento quando, tra il 1865 e il 1871, Firenze divenne capitale del Regno d’Italia, o l’Antica Locanda Mincio a Valeggio sul Mincio (VR), dove sostò Napoleone nel 1796 dopo aver cacciato gli austriaci al di là del fiume. Tra i primati più curiosi, il Caffè Fiorio di Torino è passato alla storia per aver lanciato, sfidando il buon costume, lo scandaloso cono gelato da passeggio, mentre è al Caffè Paszkowski, nel capoluogo fiorentino, che si tenne il primo caffè-concerto con un’orchestra interamente al femminile, capace di innervosire il ministero della Cultura Popolare fascista con i primi foxtrot americani, allora banditi.

E il Piemonte si conferma tra le regioni a più alta densità di Locali storici: sono ben 28 le insegne emblema della storia e della cultura locale (e non solo) sotto l’egida dell’Associazione Locali storici d’Italia, che con cadenza biennale pubblica anche l’omonima Guida. Guidano la classifica il Veneto (in testa con 36 i locali associati) e la Lombardia (33 locali), mentre ai piedi del podio si colloca la Toscana (23). Tra le province, medaglia d’argento per Torino (19 locali), che tallona Venezia (20) superando Napoli (17), Genova (13) e Milano (12).

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