Idee & consigli
Il robot Hugo di Medtronic sbarca per la prima volta in Piemonte al Maria Pia Hospital di Torino
Si è tenuta oggi, martedì 21 marzo, l’inaugurazione del nuovo robot Hugo a Maria Pia Hospital di Torino, ospedale di GVM Care & Research accreditato con il SSN, prima struttura in Piemonte ad introdurre questa tecnologia per la chirurgia robotica, tra le più avanzate attualmente disponibili in campo urologico. Alla presentazione sono intervenuti Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte, Raffaele Ruberto, Prefetto di Torino, Carlo Picco, Commissario Azienda Zero e Direttore Generale ASL Città di Torino, Ettore Sansavini, Presidente GVM Care & Research, Paola Colloraffi, Amministratore Delegato Maria Pia Hospital, Giovanni Muto, Responsabile dipartimento di Urologia Maria Pia Hospital, e Giuseppe Battente, Senior Director Enterprise Account Management Italy, Greece & Israel di Medtronic.
“Quella piemontese è una sanità d’eccellenza. E lo è grazie alla grande professionalità e eccellenza del suo personale, che con dedizione e impegno straordinario lavora ogni giorno per curare chi ne ha bisogno, ma anche grazie alle tecnologie e alle dotazioni degli ospedali e delle strutture che ne compongono la rete sul territorio. Utilizzare in sala operatoria dei robot che possano migliorare le prestazioni umane è segno tangibile di come l’innovazione può aiutare a raggiungere risultati d’eccellenza. Non dimentichiamoci però che anche dietro ai robot ci sono medici, infermieri e personale sanitario senza i quali anche la migliore tecnologia non potrebbe funzionare”, dichiara Alberto Cirio, Presidente Regione Piemonte.
L’Italia è al terzo posto in Europa, dopo Germania e Francia, per numero di procedure chirurgiche robot-assistite. Anche se attualmente è ancora piccola la percentuale di interventi che impiegano il robot – si stima che sia solo il 3% delle procedure chirurgiche – l’ACOI (Associazione Chirurghi Ospedalieri) auspica che entro 10 anni ci sarà un robot in ogni sala operatoria. Proprio perché è ancora poco impiegato c’è un margine di crescita, comenta Giuseppe Battente, che oltre al progresso in ambito sanitario deve pensare alla sostenibilità economica, in un sistema sanitario italiano e piemontese ancora molto legato alla sanità pubblica, anche nelle strutture convenzionate come il Maria Pia Hospital. Un risparmio consistente per esempio si ha già con la riduzione dei giorni di degenza che, per una rimozione di neoplasia prostatica, da 5-6 giorni passsa a 2-3 e sarà il paziente stesso che sentendosi bene chiederà di poter tornare a casa.
“Stare al passo con l’evoluzione tecnologica va considerata una priorità per la Sanità – osserva l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi -, insieme all’alta specializzazione dei medici e degli operatori sanitari. Occorre che tecnologia e formazione professionale procedano di pari passo verso il costante potenziamento dell’offerta sanitaria, che mira a prevenire e curare le patologie attraverso le migliori strutture e tecniche del momento, rendendosi attrattiva anche per i pazienti delle altre regioni. Ringrazio la direzione e i professionisti del Maria Pia Hospital di Torino che, attraverso l’acquisizione di questa nuova struttura di chirurgia robotica, si pone all’avanguardia sul fronte dei trattamenti delle patologie urologiche”.
“Qui a Maria Pia Hospital introduciamo il robot Hugo come ausilio per gli interventi in ambito urologico – commenta il prof. Giovanni Muto, responsabile del dipartimento di Urologia a Maria Pia Hospital –. Si tratta di interventi conservativi e mininvasivi, aspetti di primaria importanza per restituire al paziente una miglior qualità di vita. È bene sottolineare però che il robot da solo non esegue l’intervento, è infatti fondamentale il ruolo del chirurgo. Da qui l’importanza di un continuo aggiornamento delle competenze e una formazione specialistica che permette di sfruttare appieno tutte le potenzialità che vengono poi tradotte in benefici per il paziente”.
Il robot Hugo, sviluppato da Medtronic, è infatti costituito da due strumentazioni principali: i bracci robotici guidati dal chirurgo che intervengono sul campo operatorio e una consolle di comando posizionata a pochi metri di distanza. Hugo consente l’esecuzione di interventi complessi, prevalentemente oncologici (come il carcinoma prostatico, i tumori renali, dell’uretere e della vescica), ricostruttivi benigni (ricostruzione dell’uretere) e per il trattamento di ingrossamenti prostatici molto voluminosi, riducendo il trauma chirurgico intraoperatorio e post-operatorio per il paziente. La visione in 3D ad alta definizione permette gesti chirurgici ancora più accurati e precisi durante l’intervento, soprattutto nel rispetto di strutture vascolari e neurologiche importanti. Il chirurgo è dotato di un paio di occhiali per la visione 3D, che dispongono anche di quattro sensori in grado di elaborare ciò che sta osservando e bloccare tutto il sistema in caso l’operatore rivolga lo sguardo altrove, impedendo errori di distrazione.
La chirurgia robotica ha dimostrato di offrire risultati significativamente migliori rispetto alle tecniche tradizionali a cielo aperto (richiede un’incisione che espone visivamente organi e tessuti) o laparoscopiche, soprattutto per quanto riguarda il recupero precoce della continenza urinaria e delle funzioni sessuali. Inoltre, la chirurgia robotica offre numerosi vantaggi ai pazienti, come una maggiore preservazione dell’organo, un rischio ridotto di complicanze e un periodo di recupero post-operatorio più breve.
Il robot Hugo costituisce un importante strumento anche per lo sviluppo di una rete di condivisione di dati e conseguenti analisi mediante intelligenza artificiale. Nel robot è infatti incluso un software che registra nel cloud le procedure e consente la condivisione dei video chirurgici attraverso la piattaforma “Digital Surgery”, accessibile ai soli specialisti abilitati all’utilizzo del robot. Questo consente un’interazione e un lavoro congiunto nel perfezionamento della tecnica chirurgica. Ospedali e specialisti possono così attingere da un know-how più esteso sull’utilizzo di questo sistema robotico, contribuendo inoltre al costante aggiornamento del sistema stesso e al miglioramento delle opzioni terapeutiche per i pazienti.
L’ambito di applicazione al Maria Pia Hospital sarà quello degli interventi urologici, in particolare dei tumori dell’apparato urinario che, come sottolinea il professor Giovanni Muto, sono il 42% di tutti i tumori solidi e solo in Piemonte ogni anno ci sono circa 3.200 nuovi casi di tumore alla prostata. Non si esclude però in futuro l’uso in altri tipi di intervento, in particolare quelli ginecologici, addominali e di chirurgia generale.
Il professor Giovanni Muto ha risposto egregiamente sulla possibilità in futuro di avere una tele-chirurgia grazie ai robot come Hugo, spiegando che in realtà sono nati in ambito militare proprio con la capacità di poter operare a distanza. Tuttavia, il buon senso ci fa propendere ancora per la presenza del chirurgo in sala, se non sul tavolo operatorio, almeno, come succede con i robot chirurgici di ultima generazione, a una distanza tale che in caso di complicazioni il chirurgo e il suo team possa intervenire prontamente.
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