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Energia in Piemonte, diminuiscono i consumi: 10% in meno rispetto al 2012

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L’ultimo rapporto statistico, presentato oggi, che riguarda i dati dell’anno 2020 e in parte del 2021, mostra una decisa diminuzione del consumo di energia rispetto agli anni precedenti, confermando così la tendenza, pari al 10% in meno rispetto al 2012.

In estrema sintesi, accanto alla diminuzione dei consumi, le fonti rinnovabili continuano a giocare un ruolo sempre più importante nel bilancio energetico regionale, superando il 20% di tutti i consumi di energia mentre «il dato migliore – sottolinea l’assessore regionale all’Ambiente ed Energia Matteo Marnati – è quello relativo alle emissioni in atmosfera che sono calate, in Piemonte, in modo drastico. Rispetto al 1990 è il dato più basso in assoluto che vede il Piemonte migliore della media nazionale e in avvicinamento alla media europea».

Risultati che mostrano aggiunge l’assessore Marnati: «che abbiamo intrapreso un percorso virtuoso che ci porta a raggiungere gli obiettivi ONU fissati dall’Agenda 2030, peraltro già tracciati nel nostro Piano Energetico Ambientale Regionale che, tra i vari obiettivi, punta allo sviluppo delle fonti rinnovabili che, al 2030, arriveranno a contribuire per oltre il 27% sui consumi.

Un risultato che sta dando e continuerà a dare un contributo sensibile alla riduzione della dipendenza energetica regionale. In parallelo stiamo lavorando da tempo sull’efficientamento energetico con il bando già pubblicato, che aprirà a fine marzo, da 92 milioni di euro sui fondi Fesr 21-27 (Fondi europei per lo sviluppo regionale) dedicato all’efficientamento energetico delle imprese e alla promozione dell’utilizzo delle energie rinnovabili sempre nelle imprese. Altro capitolo sul quale da tempo stiamo lavorando intensamente è quello della costituzione delle comunità energetiche, modello per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili, che vede il Piemonte prima regione ad essersi dotata di una legge specifica».

Nel dettaglio

Consumi energetici

Il 2020 segna una marcata decrescita rispetto agli anni precedenti sia del consumo finale lordo (ovvero l’energia che viene consumata direttamente dagli utenti finali – abitazioni, automezzi e industrie) sia del consumo interno lordo. Nel complesso, nel 2020, i consumi scendono a circa 9,2 Mtep, ben il 10,3% in meno rispetto al 2012 e quasi il 15% in meno del picco di consumo registrato nel 2016.

A ridursi sono proprio i consumi da fonti fossili che passano da 8.650 Ktep (ovvero migliaia di tonnellate equivalenti di petrolio) del 2012 ai 7.338 Ktep del 2020.

In questo panorama il settore civile (somma di domestico e terziario) continua a rappresentare circa la metà complessiva dei consumi, mentre la restante quota si ripartisce tra trasporti (23,7%) e industria (24,5%).

Il 2020 è il primo anno, dal 2011, in cui il settore dei trasporti registra un consumo inferiore a quello industriale, con una contrazione dei consumi particolarmente significativa. E anche il settore civile mostra, per il secondo anno consecutivo, un calo con una riduzione di circa 500 ktep dal 2018. Un andamento che, visto che non sembra collegato in modo significativo a fenomeni di stagionalità climatica, risulta essere interpretabile come effetto delle politiche di efficienza energetica messe in campo dalla Regione.

 

Produzione di energia elettrica – Capacità produttiva

Sul fronte della produzione di energia elettrica netta il Piemonte registra ancora un eccesso di produzione rispetto alla domanda interna. Il 36,5% di tutta la potenza è installata in impianti idroelettrici mentre ben il 16,8% della capacità afferisce agli impianti fotovoltaici. Osservando i dati degli ultimi anni emerge che dal 2011 in poi le installazioni sono prevalentemente rinnovabili. Inoltre, a partire dal 2016 in Piemonte si installano prevalentemente impianti idroelettrici o fotovoltaici.

Un ruolo importante è ricoperto dalle fonti rinnovabili che, nel 2021, la cui produzione è stata superiore del 32% del totale. Si consolida poi ulteriormente, nel corso del 2021, il ruolo del fotovoltaico che segna un costante aumento negli ultimi cinque anni e che risulta seconda fonte rinnovabile regionale

 

Fonti rinnovabili termiche ed elettriche

Per quanto riguarda i consumi finali, nel bilancio energetico regionale continua a crescere il peso delle fonti rinnovabili, superando il 20% di tutti i consumi finali di energia. È questo il principale dato che emerge dalla lettura degli aggiornamenti pubblicati dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) segnando il passaggio dal 16% del 2012 all’attuale 20,6%. In estrema sintesi: un quinto dell’energia che viene consumata deriva dalle fonti rinnovabili.

A trainare sono le rinnovabili elettriche che nel 2020 mostrano una crescita del 3% circa rispetto all’anno precedente e superiore del 22% rispetto al 2012. Di queste più del 66% proviene dall’idroelettrico e più del 16% dal contributo dell’energia fotovoltaica, che nel corso del 2021 consolida il proprio peso risultando come seconda fonte rinnovabile.

 

Prodotti petroliferi

L’uso prevalente di prodotti petroliferi, esaminati nel loro insieme (gasolio, GPL, olio combustibile e benzina) è legato all’autotrazione, settore nel quale confluisce circa l’85% delle vendite complessive. In questo quadro il Gpl sta acquisendo sempre più importanza: nel 2021 le vendite hanno rappresentato una quota superiore al 9%.

In generale le vendite di prodotti petroliferi sono state costanti a partire dal 2013; nel 2020 le vendite sono calate di circa 600 ktep nell’ultimo quinquennio con una riduzione del 19% rispetto all’anno precedente.

In Piemonte, dal 2010 al 2021, le vendite di prodotti petroliferi sono diminuite significativamente passando da un totale di 3446 ktep del 2010 ai 2605 del 2021.

 

Emissioni di CO2

Per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica (CO2), nel 2020, sono risultate inferiori del 7,4% rispetto all’anno precedente. E’ un trend in continua decrescita da circa 5 anni; nel 2016 le emissioni erano pari a 25,5 milioni di tonnellate, nel 2017 erano 25 milioni, scese a 24,8 nel 2018, ulteriormente in calo, 24,2 nel 2019, fino ad arrivare ai 22,4 milioni di tonnellate nel 2020.

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