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Il rammarico della Presidenza della Regione Piemonte sul Salone del libro di Torino

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Abbiamo appreso all’esito della seduta del Comitato direttivo di questa mattina che la procedura individuata per la designazione del futuro direttore del Salone del libro è stata dichiarata chiusa, in quanto non ha prodotto i risultati attesi, e di questo ci rammarichiamo.

La Regione Piemonte infatti ha partecipato ai lavori fin dal primo giorno, con l’assessore alla Cultura Vittoria Poggio che ha svolto un lavoro egregio, adoperandosi per una soluzione condivisa nell’esclusivo interesse di una delle manifestazioni più importanti del nostro territorio. La Regione inoltre esclude che questa situazione di stallo sia dovuta a un tentativo di politicizzare il Salone.

Prova ne sia che proprio la Regione, in sede di Comitato direttivo, ha proposto per la direzione Elena Loewenthal e Gianni Oliva, nomi come noto di area politica ben diversa da quella del governo regionale, ma scelti per i loro indiscutibili meriti personali e professionali. Purtroppo la nostra proposta non è stata accolta dai privati.

Tutto ciò premesso, oggi abbiamo il dovere istituzionale di andare oltre alle divisioni e alle polemiche. Il Salone del libro deve essere protetto, e questo vale per tutti, perché è un bene troppo prezioso per il Piemonte e per l’Italia. Per questo, il presidente Cirio si è dichiarato fin da subito disponibile a condividere con il Sindaco di Torino e il presidente dell’Associazione Torino, La Città del Libro il percorso migliore per individuare un nuovo nome per la direzione del Salone del libro 2024-2026.

Salone che è sempre stato libero e che continuerà ad esserlo, esattamente come è avvenuto con Nicola Lagioia al quale, lo ha sottolineato lui stesso in occasione della presentazione dell’edizione 2023, è stata sempre garantita dal nostro governo regionale, così come dalle altre istituzioni locali, la massima autonomia decisionale e gestionale. Questo è il nostro modo di lavorare e così intendiamo continuare, garantendo assoluto rispetto alle Istituzioni del Paese e per un Salone che vogliamo libero e pluralista.

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