Cronaca
Grimaldi e Ravinale sulla perquisizione ad Askatasuna: grave criminalizzare il dissenso
“Troviamo tutto questo grave, perché si accompagna a una crescente criminalizzazione del dissenso che si manifesta in misure sempre più repressive e sproporzionate messe in campo a tutti i livelli verso chi esercita forme di conflitto o azioni di disobbedienza nei confronti dello status quo” – è il commento del deputato di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, e della Capogruppo di Sinistra Ecologista, Alice Ravinale, dopo la perquisizione e il sequestro attuati questa mattina dalla Digos al centro sociale Askatasuna. Inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento, occupazione e deposizione di oggetti in strada al fine di impedire della circolazione: questi i reati contestati.
“Le indagini, a quanto abbiamo appreso, sono partite a seguito del concerto organizzato ad Askatasuna il 15 ottobre scorso, lo stesso per cui la Questura aveva inviato diffide del tutto irrituali a musicistə e tecnicə del suono per ‘metterli in guardia’ rispetto a possibili problemi degli organizzatori: già quello ci era parso un provvedimento abnorme. Ora che il ‘decreto rave’ è legge, dobbiamo credere che Torino si confermi laboratorio di repressione di ogni forma di contestazione?” – proseguono Grimaldi e Ravinale. – “Casse, mixer, luci e bevande: l’intero piano terra svuotato. Di fatto si intende rendere un guscio vuoto un luogo che comunque da anni rappresenta un centro aggregativo indipendente per la Città, slegato dalle sole logiche del consumo. Perché ciò significa impedire ogni tipo di attività di intrattenimento con la minaccia del sequestro dell’immobile, facendo peraltro riferimento a una legge del 1948 sulla libera circolazione stradale che prevede a condanne fino a 6 anni e che davvero non capiamo come possa essere applicabile al concerto del 15 ottobre scorso, che non ha causato disagi né tantomeno danni alla cittadinanza” – concludono Grimaldi e Ravinale. – “Le indagini partono da un presupposto: che quel concerto e la presenza delle persone sul controviale di corso Regina non fossero autorizzate. È evidente quindi che, sul piano amministrativo, la Città debba trovare una via per riconoscere gli spazi di aggregazione indipendente, che sono presidi del territorio e la cui irregolarità non può diventare una questione criminale”.
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