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Coldiretti Torino: restringere i confini della Vauda ci impedirebbe di continuare a cacciare i cinghiali

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Restringere i confini della Riserva naturale della Vauda potrebbe limitare la capacità di uccidere i cinghiali: questa la risposta di Coldiretti di fronte alla richiesta, da parte del Comune di Vauda Canavese, di diminuire i confini del parco.

In conformità a quanto disposto dalla legge regionale, i nuovi confini della Riserva diminuirebbero di circa 140 ettari le dimensioni del parco, trasformando l’area in Zona Speciale di Conservazione (quindi non classificabile come “parco”). Di conseguenza non rientrerebbe più nella giurisdizione dell’Ente Parchi Reali, che ha l’autorizzazione per gli abbattimenti.

Le uccisioni tuttavia non sarebbero impedite, ma solo delegate ai cacciatori dell’Ambito territoriale. Secondo Coldiretti questo non è sufficiente: “Gli abbattimenti con la caccia ordinaria sarebbero limitati ai mesi di caccia; – afferma l’associazione in una nota – sarebbero vietati gli interventi nelle ore notturne; sarebbe vietato l’uso di fonti luminose o di sensori termici. Inoltre, il metodo della braccata in una ZSC è limitato dall’utilizzo di soli quattro cani ed è obbligatorio l’uso di munizioni senza piombo che possono essere utilizzate solo con fucili adatti, armi di nuova concezione che non sono ancora molto diffuse tra i cacciatori.”

Le restrizioni alla caccia sono imposte con la ratio di evitare l’abbattimento di fauna protetta e di tutelare i/le passanti che esplorano l’area e che potrebbero essere feriti/e.

Il territorio protetto della Vauda, secondo Coldiretti, è una dimora strategica per i cinghiali, che di notte si rifugiano in quei boschi; per queste ragioni i Coltivatori diretti hanno lanciato un appello: “Chiediamo anche che venga avvita al più presto la bonifica della cosiddetta Zona Rossa delle Vaude, l’area compresa nell’ex poligono militare che oggi è totalmente interdetta a chiunque, dove non può essere effettuato nessun contenimento faunistico.”

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