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Ambiente

Testimoni silenziosi, intervista con Cristina Converso

Gabriele Farina

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Gli alberi monumentali del Piemonte. Sono loro i Testimoni silenziosi del nuovo libro di Cristina Converso, Buendia Books. E sono testimoni di piccole storie che crescono all’interno della grande storia del mondo. Storie di guerra, storie di tragedie ambientali, storie di giovani falegnami, storie che hanno segnato in un modo o nell’altro il nostro territorio.

Trovate qui la recensione completa del libro. Cristina Converso ha risposto alle nostre domande.

Piccole storie che raccontano la grande storia dell’uomo. Come hai scelto le vicende da raccontare in questo libro?

La scelta è sempre l’aspetto più difficile, tralasciare qualcosa, prediligere altro, mi crea molti dubbi e pensieri…In “Testimoni silenziosi” ho seguito un percorso già consolidato, quella della ricerca territoriale e storica, in particolare attraverso la consultazione di archivi e pubblicazioni locali. Ogni comune, anche il più piccolo, con le sue vie, le sue borgate sono scrigno di storie “vere” perché vissute da persone “vere”. Storie di dolore, di gioia ma che si grande coraggio e amore. Mi appassiona tantissimo scoprire piccole storie legate al quotidiano delle persone e farmele raccontare, non trovo fonte più fantasiosa della realtà.

Sono sempre le piccole storie degli uomini che compongono la Storia del mondo o secondo te gli uomini finiscono per subire i grandi eventi?

Georges Duby, uno dei più grandi storici del Novecento, rispose alla domanda cos’è la Storia, dicendo “è un racconto”. Proprio quando si pensa di aver reso scientifica la Storia, ci si accorge che in fondo è una narrazione, tradita dalla memoria limitata dell’uomo, condizionata dalla sua limitatezza. Io credo che siano uomini e donne, ogni giorno a fare la Storia, modificandola a partire dai loro piccoli gesti. Certo, l’élite politica e sociale indirizza gli eventi in modo decisivo, ma credo che il modo migliore di agire sia quello di vivere al meglio il quotidiano dove si è, e con chi si incontra ogni istante.

Ci sono storie che avresti voluto raccontare ma che hai poi scelto di lasciare fuori da questo volume?

Sì, ho dovuto operare una scelta partendo proprio dagli alberi monumentali, uno per provincia e sai, quelli non si possono spostare! Suddividendo l’elenco regionale in provincie e poi in comuni, ho scelto otto specie differenti, forse in taluni casi avrei potuto prediligere alberi più noti, o più belli, più vecchi, ma leggendo l’elenco mi sono lasciata suggerire dall’istinto. Ho letto tantissimo sulla mitologia arborea e credo che inconsciamente la scelta sia stata guidata dall’ispirazione che l’albero in quel momento mi suggeriva, poi dalla ricerca storica e territoriale sono nate le storie. Uno fra tutti, ti posso dire che ho sofferto a tagliare fuori il Castagno di Giaglione, amo quell’albero!

Testimoni silenziosi di queste storie sono appunti gli alberi monumentali delle nostre terre. Quando un albero si può definire monumentale?

Al fondo dell’opera, come da tradizione in linea alle opere precedenti, il lettore può trovare un breve approfondimento scientifico in cui sono elencate le caratteristiche necessarie per accedere allo status di monumentalità, quali: età, rarità, bellezza, valore storico/paesaggistico/sacro. Ma non solo, il primo passo è la segnalazione, poi i tecnici della Regione Piemonte valutano i criteri e stabiliscono l’ingresso dell’albero nell’elenco regionale alla luce delle indicazioni contenute nella Legge Regionale 10 del 2013 e dal seguente Decreto Attuativo del 23/10/2014. Esiste poi, la categoria degli “alberi affettivi” che pur non rientrando nell’elenco rivestono per il territorio e per chi lo abita particolare importanza. Alberi che vengono protetti e visitati da molti attenti cultori di questa profonda relazione uomo-donna-albero.

Come possiamo proteggere questi anziani giganti?

Innanzitutto, segnalando la loro presenza affinché siano tutelati dalla legge, e non vengano tagliati nel silenzio e nell’indifferenza. Molti necessitano potature e cure, e spesso gli amministratori e anche i privati li tagliano per evitare danni causati dal famoso “albero killer”! Osservare e guardarsi intorno è il primo passo verso l’individuazione di alberi monumentali, o verso alberi potenzialmente monumentali, ovvero che lo saranno tra venti o trent’anni, specie questi vanno segnalati e protetti per garantirne un futuro monumentale a loro e a noi. Sono Testimoni proprio perché sopravvivono alle nostre vite e arrivano alla vista di figli e nipoti! Vediamoli in questa dimensione, solo così possiamo iniziare a vedere e trovare un approccio sostenibile di gestione del territorio.

Esiste una mappa degli alberi monumentali del Piemonte?

Esiste un elenco ufficiale disponibile e scaricabile sul sito della Regione.
Al momento, unica mappa disponibile è quella fornita dalle Politiche Agricole a livello nazione.

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