Cuneo
La Provincia di Cuneo sulla limitazione dell’innevamento artificiale: convocheremo un tavolo di lavoro per confrontarci con tutti, stop alle contrapposizioni
La Provincia di Cuneo ha annunciato l’apertura di un convegno di discussione sul tema dell’innevamento artificiale, che da alcuni giorni sta generando non poche discussioni. Su iniziativa dei consiglieri Silvano Dovetta e Pietro Danna e in accordo con il presidente Luca Robaldo, nelle prossime settimane verranno convocati tutti i soggetti coinvolti nella filiera della neve: Regione Piemonte, Comuni, associazioni e Unioni Montane.
La genesi del dibattito risale alla prima settimana di gennaio, quando Uncem aveva diffuso una nota di riflessione affermando, tramite il presidente Marco Bussone: “È necessario aprire una riflessione sul futuro dello sci e in particolare dell’innevamento artificiale alla luce dei cambiamenti climatici. Capire con scienziati ed esperti di climatologia quanto ha senso investire risorse economiche, statali e regionali, in innevamento artificiale o in nuovi impianti di risalita sotto certe quote altimetriche.”
A seguito di questa affermazione si sono scatenate le polemiche, con l’insurrezione dei gestori degli impianti di risalita che, senza neve artificiale, potrebbero essere costretti a chiudere (visto il caldo anomalo e la mancanza di precipitazioni).
“Non si tratta di dimenticare il ruolo fondamentale che lo sci da discesa ha avuto e ha per le nostre valli – spiega Dovetta – ma di valutare le cose in base ai dati che abbiamo a disposizione e al clima di questi anni. L’innevamento artificiale ha costi di gestione talmente alti da risultare spesso non alla portata delle tante stazioni sciistiche del territorio. Ma anche quando si riesce ad attivarlo, le temperature elevate lo rendono così effimero da risultare spesso poco sostenibile non solo dal punto di vista meramente economico, ma anche da quello ambientale.”
Una soluzione, secondo la Provincia, sarebbe dirottare una parte dei fondi dedicati ai “cannoni” verso il mondo dello sci alpinismo e delle escursioni con o senza racchette da neve.
“Per ora la soluzione è ben lontana dall’essere trovata – conclude Dovetta -, ma dobbiamo ragionare tutti insieme per provare ad individuarla.”
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