Seguici su

Cittadini

Ricetta elettronica dematerializzata e SPID: il Governo vuole decidere che fare dei due strumenti digitali

Redazione Quotidiano Piemontese

Pubblicato

il

Con la fine del 2022 va in scadenza la ricetta elettronica, la cosiddetta ricetta dematerializzata. Per mantenerla si tratta di rinnovare un’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri che secondo il sindacato dei medici andrebbe rinnovata e allungata.

Il Governo sta anche studiando di ridimensionare l’uso di SPID. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti ha dichiarato: “Dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e a promuovere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato”.

Pina Onotri, segretario generale del Sindacato Medici italiani è chiaro: “Chiediamo al ministro della Salute la proroga almeno per un anno e un provvedimento che renda il suo utilizzo strutturale per liberare i medici da impropri carichi burocratici”.

La ricetta dematerializzata è la versione elettronica della ricetta rossa e fino al 2020 era accompagnata da un promemoria cartaceo, da ritirare nello studio medico.

L’ordinanza della Presidenza del Consiglio dei ministri, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 21 marzo 2020, ha disposto la possibilità di utilizzo di strumenti alternativi al promemoria cartaceo e prevede che, al momento della generazione della ricetta elettronica da parte del medico, l’assistito possa chiedere il rilascio del promemoria dematerializzato, ovvero il numero di ricetta elettronica.

La ricetta elettronica prevede la completa informatizzazione dell’intero ciclo di vita della tradizionale ricetta medica cartacea del Sistema Sanitario Nazionale.

Il sottosegretario Butti aveva firmato un ordine del giorno che impegnava l’Esecutivo a lavorare all’obiettivo di uno Spid di Stato, in cui il Viminale diventava identity provider unico senza la presenza di gestori privati che invece sono coinvolti in Spid.
Attualmente i privati che erogano Spid sono dieci: Aruba, Intesa, InfoCert, Lepida, Namirial, Poste italiane, Sielte, SpidItalia, TeamSystem e Tim. Negli ultimi anni la diffusione di Spid è cresciuta esponenzialmente durante la pandemia come identità digitale fino ai 30 milioni di cittadini . L’aumento delle identità digitali è stato inserita come obiettivo del Pnrr.

Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese

E tu cosa ne pensi?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *