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L’omaggio dei carabinieri in congedo alla Virgo Fidelis, Patrona dell’Arma
Giornata di festa per una cinquantina tra soci e simpatizzanti della Sezione di Vercelli dell’Associazione Nazionale Carabinieri in visita al Santuario dedicato alla Patrona dell’Arma.
L’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CARABINIERI
La nascita dell’Associazione Carabinieri affonda le proprie radici nelle esperienze di mutuo soccorso della società civile dell’800. A Milano, il 1° marzo 1886, si costituisce infatti la Società di Mutuo Soccorso tra congedati e pensionati dai Carabinieri Reali, con lo scopo di mantenere e rafforzare i valori e lo spirito di corpo dell’Arma dei Carabinieri promuovendo attività sociali, culturali e ricreative. La sezione di Vercelli in particolare, che si appresta a celebrare i suoi primi cento anni di vita essendo sorta poco dopo la fine del primo conflitto mondiale, raccoglie circa duecento iscritti che prendono parte attivamente alle iniziative della sezione, sia per quello che riguarda gli aspetti legati all’associazionismo, culturali o ricreative, ma soprattutto rivolte ad un impegno costante nel volontariato.
IL SANTUARIO
I primi riferimenti alla Chiesa di San Giovanni Battista che svetta sul punto più alto del Borgo Villa, ad Incisa Scapaccino nell’Astigiano, risalgono alla prima metà del 13esimo secolo (1254). Durante il saccheggio della città avvenuto nel 1514, i colpi di artiglieria piemontesi colpirono e distrussero la Chiesa, lasciando superstite il solo campanile. Ricostruita e ampliata, nel febbraio del 1802, vi venne battezzato Giovanni Battista Scapaccino, prima medaglia d’oro al valore militare dell’Arma dei Carabinieri. Per questo motivo la cittadinanza e le istituzioni si adoperarono per farla divenire Santuario della Virgo Fidelis, appellativo cattolico di Maria, madre di Gesù, scelta quale patrona dell’Arma dei Carabinieri da papa Pio XII in relazione al motto dell’Arma “Nei secoli fedele” diventando meta di pellegrinaggio per i devoti ed i carabinieri da tutta Italia.
IL BORGO MEDIOEVALE
Dopo la Santa Messa, conclusa con l’intenso momento di spiritualità della lettura della toccante “Preghiera del Carabiniere”, i partecipanti hanno visitato l’incantevole borgo, che domina le colline della valle Belbo. Di origini romane, Incisa ha la prima menzione in carte medievali del 984 e fu capitale di un piccolo marchesato aleramico, fondato nel XII secolo, che rimase autonomo, pur passando di signoria in signoria, fino al 1548. Nel Medioevo il centro abitato era il Borgo Villa, sul colle omonimo, cinto di mura nelle quali si aprivano tre porte, di cui ne rimane solo una. Dopo varie infeudazioni ad altre famiglie, nel 1708 l’intero territorio fu annesso ai domini dei Savoia. Nel 1863 Incisa divenne Incisa Belbo, per poi cambiare nuovamente nome nel 1928, quando il paese prese l’attuale denominazione in ricordo di Giovanni Battista Scapaccino, carabiniere, prima medaglia d’oro dell’esercito italiano.
UN ANNO DI ATTIVITA’ PER L’ A.N.C.
Al termine di un convivio presso un agriturismo locale, il presidente della Sezione, Luogotenente Salvatore Trapani, ha voluto tracciare un bilancio dell’attività della sezione, sia per quello che riguarda il volontariato sociale che il Nucleo di Protezione Civile, che hanno svolto numerosi servizi di assistenza presso i centri di vaccinazione aticovid e sono intervenuti in svariate situazioni di emergenza.
In conclusione è stato ribadito l’impegno a sempre meglio operare al servizio del prossimo mettendo a disposizione della collettività il proprio tempo e le proprie competenze con grande senso del dovere, spirito di servizio e vicinanza solidale, sentimenti che da due secoli sono indissolubilmente legati alla figura del Carabiniere.
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