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Cultura

Torino è la città con il maggior numero di Caffè Storici in Italia

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Un record tutt’altro che scontato e che evidenzia quanto a Torino sia radicato il gusto dell’accoglienza, ma anche dell’incontro e del confronto. Perché, da sempre nel nostro Paese, trovarsi per un caffè, non è considerato un gesto fine a sé stesso, ma una pausa di benessere, di chiacchere e anche, perché no, di riflessione e di osservazione. Seduti al tavolino si può godere di una visione distaccata e privilegiata della vita e degli abitanti di una città. E di osservatori famosi, i tavolini dei nostri caffè storici, ne hanno visti parecchi. Sono infatti testimoni silenziosi e immutati della storia di Torino e, inevitabilmente, attirano turisti, appassionati e curiosi da tutto il mondo.

Questo è quanto emerso dall’incontro, che si è svolto martedì 15 novembre a Palazzo Madama, presso Casa Tennis, nell’ambito delle Nitto ATP Finals che si stanno svolgendo nella nostra città.
Organizzato dalla Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio e Turismo Torino, l’incontro fa parte di un programma più ampio, creato per evidenziare le eccellenze e le tradizioni della nostra Regione e della città capoluogo.

Edoardo Cavagnino, presidente dell’Associazione “Caffe Storici di Torino e del Piemonte” e titolare della Gelateria Pepino 1884, e Alberto Landi, titolare del caffè Al Bicerin e consigliere dell’Associazione “Locali Storici d’Italia”, hanno raccontato la storia dei loro caffè, il profondo legame con la città stessa, ma anche le prospettive di mantenimento e di valorizzazione di un patrimonio comune e unico.

“Il segreto della longevità dei Caffè Storici cittadini sta forse nel fatto che in molti di loro è stato inventato un prodotto unico diventato vero punto di forza – ha evidenziato Edoardo Cavagnino – da Pepino il Pinguino, il primo gelato ricoperto su stecco, da Mulassano il Tramezzino, al caffè Elena, Carpano ha messo a punto e commercializzato il Vermouth, e al Bicerin, il caffè più antico di Torino, è nato proprio il Bicerin. Prodotti che rappresentano la tradizione del nostro territorio e sono vere eccellenze riconosciute anche oltre confine – e ha poi proseguito – L’unicità dei nostri caffè ha ottenuto quest’anno un grande riconoscimento: sono infatti entrati a far parte dell’Associazione europea “Historic Cafés Route”, un progetto di collegamento culturale tra tutti i caffè storici europei, certificato proprio nel 2022 come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Per dare significato e rilevanza a questo importante riconoscimento, a fine marzo 2023, abbiamo voluto che la nostra città fosse sede di un convegno che vedrà riuniti tutti i Caffè Storici Europei e dove saranno presenti i rappresentati del Consiglio d’Europa e altre cariche istituzionali, in quell’occasione inviteremo i rappresentati degli altri itinerari culturali della nostra regione, per creare punti di incontro e sinergie – e ha poi concluso – il lavoro che stiamo facendo con l’associazione dei Caffè Storici è finalizzato anche ad un altro grande sogno: vorremmo che i nostri Caffè Storici fossero riconosciuti come Patrimonio Immateriale dell’Umanità da parte dell’UNESCO.”

Un obiettivo ambizioso che però renderebbe merito al lavoro delle attuali generazioni, ma anche a quello delle precedenti, perché i Caffè Storici hanno attraversato la storia del nostro Paese, superando crisi, guerre, conflitti sociali e mille difficoltà che accompagnano anche i giorni nostri.

Alberto Landi, del più antico caffè cittadino, ha sottolineato quanto sia importante e non così scontato che Torino detenga il maggior numero di Caffè Storici: “La coscienza e l’importanza del locale storico si è creata solo nell’ultimo secolo, siamo passati attraverso epoche in cui si distruggeva e si ricostruiva, tutti noi abbiamo quindi una grande responsabilità e dobbiamo avere la lungimiranza che ci consentirà di proseguire nei secoli futuri, dobbiamo mantenere e lavorare per le prossime generazioni, perché siamo custodi di una memoria collettiva. Ogni locale storico deve fornire un’accoglienza di alto livello, con un comune denominatore “lo stile torinese”, che deve corrispondere ad alta qualità con relativa informalità, perché il cliente deve sentirsi accolto e a suo agio. Ciascuno di noi deve puntare sul proprio prodotto tradizionale e quindi sui valori che gli appartengono: luogo, storicità e cibo. I nostri Caffè sono frutto dell’imprenditoria privata che diventa valore pubblico, non è sempre facile affrontare i momenti di crisi, ma la tradizione non si monetizza”.

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