Cronaca
Sposato due volte, a processo con l’accusa di bigamia poliziotto torinese
Sposato due volte: prima in Venezuela, nel 1997 e poi in Italia, nel 2013. Un poliziotto torinese 50enne è finito a processo con l’accusa di bigamia. Una storia che parte da lontano e, spiega il Corriere, è stata segnalata alla magistratura da un cappellano che qualche anno fa ha scoperto “che c’è un vecchio certificato di matrimonio registrato a nome del poliziotto e che i dati anagrafici della donna non coincidono con quelli dell’attuale moglie”. A sua discolpa il dirigente della polizia di Stato ha spiegato ai giudici che pensava che le precedenti nozze fossero nulle.
Ma andiamo con ordine. Nel 1997 l’imputato che all’epoca aveva 14 anni e non era entrato in polizia, sposa una ragazza Venezuela. Le nozze durano 14 giorni e il giovane decide di rientrare in Italia.
Quindici anni dopo, nel 2013, il poliziotto sposa un’altra donna. E, ricordandosi delle precedenti nozze, racconta il Corriere, verifica “sul portale del ministero dell’Interno se vi fosse traccia del precedente legame. E non trovando nulla pensa che la prima unione non fosse legalmente valida”. Le nozze non risultano ma il protagonista non aveva comunque chiesto l’annullamento del primo matrimonio. E’ proprio da qui che nascono i problemi. Il matrimonio venezuelano infatti viene comunque trasmesso nei registri italiani. E lì rimane.
Spiega il Corriere: Dopo la denuncia, il dirigente ha anche consultato diversi accademici di diritto internazionale, ma le risposte ricevute confermano la validità del primo matrimonio benché sia durato due settimane. Adesso, insieme con la moglie, si è attivato per riuscire ad annullare le nozze venezuelane ed evitare così che il reato si perpetui nel tempo. Un passaggio importante che gli consentirà di chiedere la messa alla prova e ottenere, una volta scontata, l’estinzione del reato.
Ieri il giudice a concesso all’imputato un rinvio dell’udienza per permettere le pratiche di annullamento.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese