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Cultura

Spirito d’estate – Tutti in sella, intervista con Riccardo Marchina

Gabriele Farina

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Quinto volume della serie Spirito d’estate di Neos Edizioni, il volume di quest’anno, sempre curato da Riccardo Marchina, porta il titolo di Tutti in sella ed è evidentemente dedicato a oggetti che si cavalcano.

Tra gli oggetti in questione i 16 racconti ci presentano biciclette, moto, cavalli, elefanti, cammelli e pure una scopa. Il clima è estivo, leggero. Le storie sono varie e ci portano in lunghi viaggi e piccole storie, emozioni e sensazione. Gli autori sono Elena Biondo, Luca Borioni, Giovanni Casalegno, Ernesto Chiabotto, Emanuele Di Nunzio, Giorgio Enrico Bena, Ivan Fossati, Licia Guiati, Riccardo Marchina, Cesare Melchiori, Gianni Miglietta, Giuseppe Milano, Alex Miozzi, Eva Monti, Franca Rizzi Martini, Anna Versi Masini. Trovate la recensione completa qui.

Riccardo Marchina, siamo alla quinta raccolta estiva di Neos, come sta andando il viaggio?

Direi a gonfie vele. Anche quest’anno l’antologia ha avuto un ottimo riscontro sia di vendite che di recensioni.

Questa volta si parla di stare in sella. Quindi biciclette, moto, cavalli ma anche elefanti, cammelli e cavalcature ancora più particolari. Quali sono state le indicazioni date agli autori?

Come sempre di dare sfogo alla loro fantasia o ai loro ricordi, tenendo conto del tema, cioè di raccontare qualche esperienza che fosse in sella.

Nella raccolta ci sono solo autori conosciuti o troviamo esordienti?

In prevalenza, sono autori che ruotano intorno alla casa editrice da molti anni. Grazie a questa antologia, si è formato un cenacolo di scrittori, che molto spesso si confrontano anche su altri temi.

Ci sono stati racconti che ti hanno particolarmente sorpreso?

Quello di Giovanni Casalegno perchè la voce narrante è una bicicletta, o quello di Giuseppe Milano che ha descritto una befana moderna ed è riuscito a collocarla nell’estate. In linea di massima tutti hanno una peculiarità, potrei citare ancora Licia Guiati, come Elena Biondo… ma rischiamo di fare notte.

Non c’è, come in altre raccolte Neos, l’obbligo dell’ambientazione piemontese. Eppure molti racconti sono legati a Torino e al Piemonte. Sarà per la residenza degli autori?

C’era l’obbligo di un’ambientazione, ma ovunque. Chi ha parlato di elefanti, ad esempio, non avrebbe potuto circoscrivere il racconto al Piemonte, senza fare un passo indietro molto lungo nella storia, vedi Annibale in Val di Susa.

Tra i comprimari più presenti ci sono il Po e la pianura Padana. Si prestano particolarmente a lunghi viaggi in sella?

Percorrere il Po fino al Polesine deve essere un tour provato da molti appassionati ciclisti. Inevitabile, trovare più di un racconto in questo contesto.

Qual è la tua cavalcatura preferita?

In verità sono un pessimo motociclista, uno scarsissimo ciclista, pertanto nel mio racconto mi sono affidato a un ricordo… Un motorino jugoslavo, sulle difficili strade sterrate delle isole Cicladi in Grecia. A differenza di altri, il mio è più un racconto di sentimenti, piuttosto che di passione per la sella.

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