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Torna il Festival delle Colline Torinesi d’autunno, dall’11 ottobre al 6 novembre 2022
Il Festival delle Colline Torinesi – Torino Creazione Contemporanea torna dall’11 ottobre al 6 novembre 2022. La storica rassegna teatrale, sempre organizzata dalla TPE – Teatro Astra, propone un’edizione di ampio respiro che può contare su 7 prime, 8 produzioni, 20 spettacoli, 27 giorni e 37 recite.
Un festival contemporaneo d’autunno
Il Festival delle Colline prosegue il suo nuovo cammino di festival d’autunno ribadendo il rapporto con la creazione contemporanea anche grazie alla partnership progettuale con la Fondazione Merz, nei cui spazi, specie durante la settimana di ContemporaryArt, avranno luogo gli appuntamenti di teatro performativo. Con una formula che ha già affrontato con successo la prova del pubblico nel 2021.
Il tema
Il tema generale del Festival viene sintetizzato ancora da confini/sconfinamenti, ovvero da un percorso di riflessione che accompagna al superamento dei molti steccati posti tra i linguaggi artistico-espressivi e che ipotizza un affrancamento – per spettacoli e performance, ove possibile – dai luoghi che tradizionalmente li ospitano. Si tratta di un tema a più declinazioni se si pensa anche agli sconfinamenti generati dalle guerre, di drammatica attualità, dalle migrazioni di ogni genere; senza dimenticare le diaspore di artisti minacciati e perseguitati. La citazione di Walter Benjamin presente nello spettacolo di Sotterraneo L’angelo della storia (Teatro Astra, 14 e 15 ottobre), quasi una metafora della sua esistenza, ne è un indizio.
Il Paese ospite
È confermato anche nel 2022 il focus biennale su un Paese ospite che sarà ancora il Belgio e in particolare il ritratto di Mette Ingvartsen, coreografa e danzatrice, la quale, grazie al Festival, affronta la sua prima vera tournée italiana che tocca, oltre a Torino: Roma, Prato e Cagliari, in teatri partner della Rete IN Italia. La danzatrice e coreografa danese, attiva in Belgio, propone il suo ultimo lavoro, The Dancing Public (Teatro Astra, 28 e 29 ottobre), in cui esplora l’estasi del ballo in uno straordinario incontro sociale all’indomani della pandemia. Musica incessante con movimenti, canti, parole e pubblico coinvolto. Una festa, una frenesia fisica.
Un festival internazionale
L’appuntamento internazionale che inaugura la ventisettesima edizione del Festival è invece con il gruppo catalano El Conde de Torrefiel il cui ultimo spettacolo, Una Imagen Interior (Teatro Astra, 11 e 12 ottobre), è coprodotto da Festival e Fondazione TPE e viene presentato a Torino in prima nazionale insieme alla Fondazione Piemonte dal Vivo. El Conde è una delle compagnie più originali e visionarie del teatro spagnolo di ricerca, e torna a Torino dopo il convincente successo ottenuto con La Plaza nel 2018. In questo nuovo allestimento gli interpreti combinano materia e parole per riuscire a costruire paesaggi possibili, in bilico tra la fantasia e la realtà. In tali paesaggi il desiderio sembra voler contrastare la tirannia del linguaggio. Nel 2022 si rivede a Torino anche il collettivo femminile tedesco She She Pop con Hexploitation (Teatro Astra, 25 e 26 ottobre), che, come sempre, sembra derivare dalle avanguardie storiche alcuni motivi del suo linguaggio di palcoscenico. Si pensi, ad esempio, ai collage dadaisti di Hanna Hoch. Nell’occasione fonte di ispirazione è il cinema, anzi le memorie del cinema. Hexploitation, coprodotto da Festival e Fondazione TPE in prima nazionale e presentato ancora con la Fondazione Piemonte dal Vivo, festeggia il momento in cui le attrici della compagnia compiono circa 50 anni. Se ne devono spaventare come le anziane star del film Che fine ha fatto Baby Jane? Oppure no, semplicemente prenderne atto. Terminata l’età fertile la vita continua, ci raccontano la She She Pop, che trasformano la scena in una sorta di set cinematografico kitsch. Tra loro c’è l’immancabile e impertinente telecamera che esplora con ironia le imperfezioni dei corpi e evoca le ricorrenti ossessioni, per confezionare autoritratti liberatori. Le presunte «streghe» così sorridono di loro stesse anche indulgendo a pose sexy, come fa Norma Desmond/Gloria Swanson nell’ultima scalinata di Viale del tramonto.
Le contaminazioni e i nuovi linguaggi
Da una contaminazione col cinema nasce pure Queer Picture Show (Off Topic, 13, 14, 15 ottobre), prodotto da Festival/TPE, creazione di Irene Dionisio, regista e artista visiva che intende raccontare l’onda del New Queer Cinema, con un narratore che si muove in un labirinto di immagini, da Gus Van Sant a Todd Haynes, da Derek Jarman a Bruce La Bruce. Uno spunto di drammaturgia fassbinderiana anima invece Giovanni Ortoleva in I rifiuti, la città e la morte (Teatro Astra, 18 ottobre), tratto dal copione più censurato di Fassbinder, la cui messa in scena fu bloccata per oltre trent’anni. Ci sono tutte le ferite aperte del dopoguerra: il nazismo e l’antisemitismo, la corruzione capitalistica e la violenza metropolitana. Ecloga XI (Teatro Astra, 16 ottobre) di Andrea Zanzotto, prodotto da Anagoor e Fondazione TPE, riflette invece sulle ere geologiche, sui confini estremi del tempo, forse non più umano, su quel tempo a disposizione della terra, minacciata dalla devastazione climatica definitiva. Lo fa attuando una tangibile rottura di gerarchie e confini stilistici e linguistici nella convivenza di lessico letterario, scientifico, medico, psicanalitico e delle canzoni. È uno degli ultimi appuntamenti del centenario della nascita del poeta veneto.
I partner
Il Festival 2021 è ideato e diretto, sin dalla sua nascita, da Isabella Lagattolla e Sergio Ariotti da un progetto iniziale dell’Associazione Festival delle Colline Torinesi. È organizzato dalla TPE – Teatro Astra e realizzato in partnership con la Fondazione Merz e in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Fondazione Piemonte dal Vivo e Lavanderia a Vapore, Museo Nazionale del Cinema e DAMS Torino. È sostenuto dal Ministero per la Cultura, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e da Fondazione CRT
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