Cronaca
Falsi contratti di lavoro per regolarizzare immigrati, 12 denunce
Dai 3mila ai 6mila euro per ottenere falsi documenti di lavoro. Il tutto per essere regolarizzati. La Polizia di Stato di Novara ha arrestato un uomo a capo di un collaudato sistema volto a produrre falsa documentazione al fine di regolarizzare la posizione di numerosi stranieri soggiornanti irregolarmente in Italia.
Avvalendosi della collaborazione di altre persone, che avrebbero assunto il ruolo di procacciatori di nuovi clienti o più semplicemente, di intermediari, avrebbe indotto diversi irregolari al pagamento di una somma di denaro in cambio di tutta la documentazione necessaria per l’assunzione in qualità dì collaboratori domestici.
I reati ipotizzati sono falsità materiale (contraffazione o alterazione) del visto di ingresso o reingresso, del permesso di soggiorno, del contratto di soggiorno o carta di soggiorno ovvero la falsità materiale di documenti al fine di determinare il rilascio del visto di ingresso, reingresso, permesso di soggiorno, carta di soggiorno contratto di soggiorno, oppure l’utilizzo uno di tali documenti contraffatti o alterati.
Le domande di emersione venivano inviate telematicamente all’apposito portale del Ministero dell’Interno, che successivamente le smistava alle Prefetture competenti per territorio, in relazione al luogo di assunzione. Tutte le istanze erano soggette a controlli sulla loro regolarità da parte del S.U.I. delle Prefetture, che poneva in essere tale attività in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro (in merito alla capacità reddituale dei datori di lavoro) e con l’Ufficio Immigrazione (che comunicava eventuali pregiudizi penali e/o di polizia ostativi del datore di lavoro e del lavoratore).
Il principale indiziato avrebbe di fatto assunto il ruolo di “regista” in quanto profondo conoscitore della materia avvalendosi, inoltre dell‘apporto di un cittadino egiziano referente di un nutrito gruppo di stranieri desiderosi di regolarizzare la toro posizione irregolare e di una giovane donna impiegata in un Caf milanese che avrebbe approfittato della propria esperienza e posizione per inoltrare le pratiche telematicamente.
In tutto sono state denunciate 12 persone.
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