Ambiente
Legambiente Biella: Attila ha colpito ancora a Camandona
Legambiente Biella ha manifestato domenica 29 maggio al Bocchetto per illustrare lo sdegno per la cancellazione e stravolgimento della “Strada dell’Alpe”.
Con il nostro striscione “Attila ha colpito ancora” e con un volantino distribuito ai pochi presenti (il maltempo ha purtroppo ridotto la partecipazione) abbiamo cercato di spiegare perché costruire ancora strade in montagna rischia di fare danno al turismo ed alle stesse attività silvo pastorali.
Ancora abbiamo sottolineato il valore culturale ed identitario di certi percorsi della montagna, come quello della Strada dell’Alpe, bene che altrove avrebbero conservato e valorizzato con più attenzione anche sentendo, prima di prendere qualsiasi decisione, l’opinione di associazioni ambientaliste (Legambiente), alpinistiche (CAI) o di promozione culturale (Doc.BI). Purtroppo la sensibilità e la correttezza degli Amministratori comunali di Camandona è stata pari a zero.
Questa la spiegazione:
In queste settimane il Comune di Camandona sta procedendo alla realizzazione di una Pista forestale Trattorabile (PT) con lo scopo di rendere interamente carrozzabile l’attuale via della transumanza che dal Santuario del Mazzucco sale al Bocchetto Sessera, nota a tutti con il nome della Strada dell’Alpe.
Lo scopo dichiarato nelle relazioni progettuali è quello di facilitare l’accesso all’area di Bielmonte e alle aree agro-silvo-pastorali, favorendo la prevenzione antincendio. Analogo intervento si sta realizzando nel tratto dalla località Bunda Granda a Carcheggio. Nella comunicazione istituzionale si sono dipinti questi interventi quali piste ciclabili, un investimento per il turismo.
Questa trasformazione, la conversione in carrozzabile dell’intero tratto dal Mazzucco al Bocchetto Sessera, ha portato alla cancellazione di circa 600 metri dello storico percorso della transumanza, dopo la croce degli
alpini del Monte Terlo sino alla cascina Catella (tratto C-D), all’allargamento di parte della pista esistente (tratto A-B) e alla realizzazione di una nuova pista ad ovest del monte Terlo, di circa 400 m di lunghezza (tratto B-C).
Questa scelta ha portato al sacrificio dello storico sentiero ed a un complessivo detrimento paesaggistico dei luoghi. Un sentiero, va ricordato, non è semplicemente un elemento fisico del territorio, un elemento del paesaggio. Vi sono casi, come questo, dove il sentiero non è fatto di sole pietre e terra, ma dei passaggi e delle vite di generazioni di alpigiani e degli animali che con loro lo hanno percorso: è luogo di identità e cultura.
Cancellare un sentiero storico, grazie al fatto che i sentieri non godono delle stesse tutele dei monumenti e di altre emergenze archeologiche, significa sacrificare storia, cultura e ambiente della montagna sull’altare di una presunta modernità.
Per quanto riguarda il nuovo collegamento Bunda Granda – Carcheggio (tratto E-F) non se ne capisce francamente il senso visto che l’alpeggio di Carcheggio è già servito da altra pista trattorabile che sale dalla frazione Falletti: un’opera inutile, ci si poteva limitare alla manutenzione dell’esistente.
Legambiente osserva che nell’arco alpino abbiamo già fin troppe piste e strade, mentre i sentieri stanno via via scomparendo o sono abbandonati senza alcuna manutenzione. Di questo ulteriore e ingiustificata trasformazione, lo “stradificio” della montagna, si poteva fare volentieri a meno! Esprime dunque netta disapprovazione per l’intervento voluto dall’Amministrazione Comunale di Camandona che ha anche ostacolato l’accesso agli atti rendendosi indisponibile a qualsiasi confronto con gli ambientalisti.
Ora che lo scempio è compiuto occorre vigilare sull’effettiva limitazione al transito che dovrà essere praticata non solo con il posizionamento di sbarre agli accessi delle varie piste tra loro comunicanti ma nel severo e ristrettissimo rilascio dei pass. Diversamente si assisterà all’indiscriminato via vai di fuoristrada e moto.
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