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Cyber security, tema sempre più discusso in Italia e in Europa

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Dal Politecnico di Milano, e precisamente dall’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection della School of Management arrivano dati confortanti riguardo gli investimenti che vengono fatti in Italia in materia di sicurezza digitale. In concomitanza con il polverone politico che si è alzato in Spagna e che ha toccato da vicino e duramente i vertici del governo spagnolo, nella persona del premier Pedro Sánchez, in Italia si comincia ad accelerare per recuperare terreno.

Sicurezza informatica come priorità di investimento anche per PMI

La spesa totale per investimenti in cyber security delle aziende nel 2021 ha toccato la quota di 1,55 miliardi di euro, marcando un +13% che sta per essere confermato dal 2022, visto che al momento siamo intorno all’11%. Rispetto al 2021 comunque, come fa notare Marco Comastri, AD di Tinexta Cyber, ci sono delle differenze. Una fra tutte è quella relativa alla maggiore importanza che le piccole e medie imprese hanno cominciato a porre in tema di sicurezza informatica.

Dove infatti l’investimento in cyber security nel 2021 occupava la seconda posizione per le PMI dietro lo smart working, adesso è diventata la prima voce in tema di spesa, seguita a ruota dall’industria 4.0 per digitalizzare i processi, e al terzo posto troviamo invece il Cloud, che resta nella stessa posizione rispetto al 2021.Inoltre, come dimostra l’infografica di ExpressVPN sulle password più comuni, bisogna investire anche sulla sicurezza delle password all’interno delle aziende.

Tutta questa attenzione è dovuta in gran parte anche all’aumento di  consapevolezza generale sull’argomento sicurezza informatica, che ha portato privati, famiglie e professionisti autonomi a comprendere l’importanza di affidarsi a servizi professionali come VPN per proteggere i propri dati, o a dei servizi di creazione, amministrazione e protezione di password crittografate, o alfanumeriche con maiuscole e simboli, che permettono appunto di mantenere sicura la nostra privacy, a prescindere dal supporto informatico da cui ci stiamo connettendo.

La scomposizione della spesa in cyber security

Il Politecnico di Milano ha offerto una panoramica molto utile che analizza la scomposizione della spesa in materia di cyber security. Se ci soffermiamo sull’utile infografica proposta dall’Università lombarda, notiamo come l’approccio delle aziende italiane sia ancora basato su un concetto legato alla tecnologia, nel gergo tecnico technology driven.

Ciò significa che spesso le aziende pensano possa bastare l’azione di adottare uno specifico software o tecnologia per ridurre il rischio di un cyber attacco. Invece come spiega ancora Marco Comastri, bisogna prendere in considerazione in primis tutta la filiera di comunicazione della propria organizzazione, fornitori, partner, consulenti e difatti l’esperto nel settore ICT pone l’attenzione piuttosto su servizi evoluti chiamati Defense Center, o anche i più noti SOC (Security Operation Center).

Cosa fa il governo italiano a proposito?

Lo scandalo in materia di sicurezza informatica che ha coinvolto il governo spagnolo nei mesi di aprile e maggio 2022 ha sicuramente fatto suonare un campanello d’allarme, non soltanto nella cittadinanza italiana, ma anche nell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale diretta da Baldoni. Proprio nel maggio 2022, in occasione del Cybertech Europe 2022 organizzato a Roma, il direttore ha affermato che il compito primario dell’Agenzia in questo momento è quello di colmare il gap digitale che affligge l’Italia.

A tal proposito il Sottosegretario alla Sicurezza della Repubblica, Franco Gabrielli, ha spiegato che il governo è pronto a pubblicare una strategia nazionale in materia di sicurezza informatica, diretta da uno specifico e competente comitato tecnico-scientifico.

La situazione in Italia è ancora leggermente arretrata rispetto ad altre nazioni europee, ciò è dovuto anche e soprattutto al fatto che come ha spiegato anche lo stesso Baldoni l’Acn, sia nata grazie al decreto legge 82 del 14 giugno 2021, e che quindi operi in maniera attiva praticamente soltanto dal settembre del 2021.

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