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Torino nella rete dei Comuni per una rapida risposta e servizi per l’inclusione d’emergenza in aree urbane svantaggiate

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Il Comune di Torino, insieme ad altri 15 comuni italiani, aderisce al progetto “LGNetEA – Rete dei Comuni per una rapida risposta e servizi per l’inclusione d’emergenza in aree urbane svantaggiate” al fine di affrontare e risolvere i fenomeni emergenziali originati dalla presenza, sul territorio nazionale, di migranti non integrati da un punto di vista abitativo, lavorativo e sociale. In maniera strategica, co-finanziano il progetto l’Unione Europea, il Ministero dell’Interno (Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione) e ANCI (sistema dei Comuni italiani), Cittalia e ANCIComunicare, uniti per ridefinire un modello innovativo che valorizzi la centralità del welfare e favorisca una rete di sistemi su scala nazionale e locale. Tre gli ambiti di azione del progetto: reperimento e predisposizione di abitazioni o dimore temporanee; attuazione di interventi psico-socio-legali; realizzazione di progetti di impegno civico (civic engagement).

Tra le iniziative messe in campo dalla città di Torino troviamo l’Housing sociale presso strutture selezionate, l’esperienza del rifugio protetto per le donne immigrate, oltre a contributi per l’attivazione di contratti di locazione e sub-locazione.

“Il Comune è riuscito a dare risposte a persone straniere in difficoltà – dichiara Jacopo Rosatelli, Assessore alle politiche sociali, pari opportunità, politiche abitative di edilizia pubblica, coordinamento relazioni con aziende sanitarie, beni comuni del Comune di Torino – Ciò che voglio sottolineare di questo progetto è che è servito a rendere più flessibili le forme di intervento e di risposta del Comune ed è una necessità quella di dare risposte non standardizzate ma cucite sui bisogni delle persone. Questo progetto ci consegna una situazione critica, che è quella dell’emergenza abitativa delle persone straniere. Se è vero che siamo riusciti grazie a questo progetto a dare alcune risposte, complessivamente la cittadinanza italiana pare ancora non disposta ad offrire alloggi in locazione alle persone straniere. Questo è un problema sul quale occorre lavorare nella mentalità e anche se possibile in termini di miglioramento della normativa”.

“Se ci saranno le occasioni daremo continuità al progetto, perché LGNetEA va nella direzione di politiche che a noi interessa sviluppare – continua l’Assessore – ed auspico che progetti come questi possano continuare. Segnalo il grande lavoro di supporto dell’ANCI e in generale del sistema di relazioni attorno alle politiche per l’immigrazione che esiste nel nostro Paese che, anche se con fatica e magari controvento, mette in campo iniziative molto importanti; quindi che progetti come questi possano andare avanti è positivo e auspico che le risorse economiche messe a disposizione, anche grazie al PNRR, possano crescere poiché crescono i bisogni e le nostre città non devono avere paura di sostenere le persone straniere nei loro percorsi di integrazione e inclusione sociale, perché alla fine il vantaggio non è solo per chi arriva da lontano, ma è per tutta la società italiana”.

Il progetto LGNetEA, che coinvolge 16 comuni italiani, Bologna, Bolzano, Caserta, Firenze, Genova, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Trieste insieme ad ANCI Liguria, Azienda Servizi Sociali di Bolzano e Azienda Comunale per la Tutela Ambientale di Potenza, è co-finanziato dall’Unione Europea con la linea di finanziamento delle Misure Emergenziali del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI), direttamente gestita dalla Commissione Europea ha l’obiettivo specifico “di prendersi cura delle persone per prendersi cura delle città”.

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