“Bisogna fermare la guerra in Ucraina. Bisogna fermare tutte le guerre del mondo. Condanniamo l’aggressione e la guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. Vogliamo il “cessate il fuoco”, chiediamo il ritiro delle truppe”.
Così il coordinamento A.gi.te. che questa mattina, sabato 5 marzo, è sceso in piazza Castello a Torino per il secondo sabato consecutivo, per manifestare contro la guerra in Ucraina. La manifestazione è stata accompagnata da arie russe suonate da un violinista e letture di autori russi, tra cui la favola ‘Ivan lo scemo’ di Tolstoj, che racconta di un uomo che al successo e al potere preferiva la pace e il lavoro manuale.
“Ci vuole l’azione dell’ONU che con autorevolezza e legittimità conduca il negoziato tra le parti. Chiediamo una politica di disarmo e di neutralità attiva – spiegano -. Dall’Italia e dall’Europa devono arrivare soluzioni politiche e negoziali. Protezione, aiuti umanitari, diritti alla popolazione di tutta l’Ucraina, senza distinzione di lingua e cultura. Diamo segnali concreti di solidarietà. Ognuno contribuisca all’accoglienza e al soccorso degli Ucraini in fuga. Costruiamo ponti e solidarietà tra i popoli con la democrazia, i diritti, la pace. Basta armi, basta violenza, basta guerra! Vogliamo un’Europa di pace”.
“Non possiamo fare tantissimo – sostiene Zara Zafarana, portavoce del coordinamento A.gi.te. – ma manifestare la nostra solidarietà a tutte le vittime di questo abominio e anche ai russi che, a caro prezzo, stanno dicendo no alla guerra, sì, questo lo dobbiamo fare”.
“Alla guerra non si può rispondere con la guerra e l’invio di armi – aggiunge Paolo Candelari, tra i fondatori di A.gi.te – Vanno bene le sanzioni economiche e politiche, e dobbiamo essere tutti pronti a subirne i danni, ma non le sanzioni culturali. Abbiamo bisogno che la cultura circoli è faccia da ambasciatrice di pace”.
Alla manifestazione ha partecipato anche la CGIL Torino.
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