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Siccità, nel 2022 la magra invernale del Po più grave degli ultimi 30 anni

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Nel bollettino sullo stato idrologico del fiume Po di febbraio 2022, l’Autorità distrettuale del fiume Po evidenzia che l’inverno in corso è quello che registra il quantitativo minore di neve caduta degli ultimi 20 anni, contribuendo a causare un “gap idrologico di portata storica”.

“La situazione generale nel distretto del fiume Po – si legge nel bollettino emanato il 15 febbraio – sta gradualmente migliorando, ma la crisi idrica manifestata fino ad oggi e l’aridità dei suoli, unita alle temperature fino a ieri decisamente sopra la media e alla perdurante mancanza di precipitazioni sulle catene montuose (Alpi e Appennini) hanno generato criticità evidenti che potrebbero comunque manifestarsi nel lungo periodo incidendo soprattutto sugli equilibri degli habitat e dell’agricoltura”.

Gli indicatori raccolti dai partner istituzionali, tra cui diverse Agenzie ambientali regionali, mostrano tutti anomalie marcate rispetto al clima: 60 giorni senza precipitazioni significative in molte aree del distretto, temperature massime costantemente superiori alla media di 2-3 °C, venti che hanno ulteriormente asciugato i terreni L’Autorità di bacino del Po.

Le portate del fiume sono molto ridotte rispetto alla media: -34% sui valori mensili di gennaio-inizio febbraio, con valori già vicini all’allerta alla sezione di chiusura del bacino a Pontelagoscuro (687 mc/s, oltre al -40% in meno sul valore di portata medio). “Questa condizione di ‘siccità idrologica invernale’ è la più grave degli ultimi 30 anni, non solo sul fiume Po, ma anche sui tributari con scarti di portata ridotta anche del 50%”.

Gli scostamenti rispetto alle precipitazioni attese (nel periodo dal 1 ottobre a oggi) sono del -25% (quarto anno più secco dal 1961)

La temperatura media mensile di gennaio è di +1,8 °C rispetto all’atteso, se si considerano solo le temperature massime lo scostamento è di ben +2,4 °C. Il periodo è inoltre stato caratterizzato dall’inversione termica, con temperature particolarmente alte sulle creste, aumentando lo scioglimento del manto nivale.

Anche la situazione dei grandi laghi alpini è preoccupante (la riserva segna un -27% rispetto alla media 2006-2020), così come negli altri bacini montani.

Per quanto riguarda la neve, i valori di Swe (snow water equivalent, entità del manto nevoso) sono su tutto l’arco alpino ai minimi, con punte del -80% rispetto alle medie.
A questo proposito, vedi anche la notizia specifica “La neve di oggi è l’acqua di domani”.

Queste le conclusioni dell’Autorità di bacino del Po: “In generale assistiamo ad un inverno secco che ha inciso non solo sulle portate ridotte del fiume Po e dei suoi affluenti, ma anche sul tenore di umidità del suolo (Soil Moisture Anomaly, SMA) che segnala anomalie molta marcate su tutto il comprensorio distrettuale ed è un indicatore che presto, anche altri indici legati all’agricoltura, per adesso ancora stabili, come la risposta della vegetazione o il quantitativo di radiazione assorbita dalla fotosintesi, convergeranno verso valori negativi. Non solo il comparto agricolo potrà trovarsi in sofferenza, ma è già marcata la mancata produzione idroelettrica, che ad oggi è in linea con gli anni peggiori degli ultimi decenni a causa dello scarso accumulo di risorsa nei bacini montani e che se perdurerà una situazione di magra del fiume Po nei mesi estive, potrebbe anche intaccare la produzione da altre fonti. Tra gli animali la siccità e il cambiamento dei cicli stagionali mettono sotto forte stress l’habitat fluviale, le specie più fragili o più legate all’abbondanza d’acqua soccombono o rallentano la riproduzione, compromettendo fortemente la biodiversità, nonostante le numerose aree di interesse naturalistico e le riserve”.

Per concludere l’Autorità Distrettuale segnala lo studio di approfondimento pubblicato proprio di recente da Nature Climate Change che ha rilevato che il periodo dal 2000 al 2021 è stato il più secco degli ultimi 1200 anni e che la gravità del fenomeno “eccezionale” registrata lo scorso anno 2021 proseguirà, viste le condizioni, anche per il 2022.

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