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Cronaca

Scontri di piazza Arbarello a Torino, Lamorgese: “Regia dei militanti di Askatasuna”

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“I primi risultati investigativi con l’ausilio di tutte le immagini disponibili, attestano che gli scontri hanno visto all’opera, con un preciso ruolo di regia, i militanti di Askatasuna”.

Così il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che è intervenuta sugli scontri tra polizia e studenti in Piazza Arbarello, a Torino, lo scorso 28 gennaio.

“A Torino era stata preannunciata una dimostrazione in forma statica, promossa dal collettivo studentesco Fgc. Nella mattinata si sono radunate circa 300 persone dove insieme agli appartenenti di vari collettivi ed esponenti di ambienti antagonisti e anarchici erano presenti numerosi militanti del noto centro sociale Askatasuna, particolarmente attivo e distintosi per episodi criminosi commessi in manifestazioni, sgomberi, occupazioni e per altri episodi di rilievo penale”, ha detto Lamorgese.

E continua:

“Gli organizzatori hanno chiesto di fare corteo e dopo confronti con la questura la dimostrazione è stata trasformata in un presidio fisso. Ma un consistente numero di manifestanti si è mosso in corteo contro lo schieramento delle Forze dell’Ordine cercando di rompere lo sbarramento. Ci sono stati momenti di elevata tensione dovuti al contatto fisico tra militanti più accessi e gli agenti del reparto mobile. Gli operatori di polizia, a causa dei violenti tentativi di sfondamento con calci e pugni, hanno fatto ricorso ad azioni di respingimento e alleggerimento anche con gli sfollagente”.

“I primi risultati investigativi della Digos, fatti anche con immagini disponibili sul web – ha detto Lamorgese – attestano che gli scontri hanno visto all’opera con un preciso ruolo di regia militanti di Askatasuna. Tredici delle diciassette persone denunciate, anche per resistenza aggravata, sono noti attivisti di Askatasuna, mentre altri quattro sono rappresentanti di altri collettivi”.

Nella sua informativa al Senato sui fatti avvenuti durante le manifestazioni per la morte di Lorenzo Parelli, poi, Lamorgese  ha ricordato proprio il giovane morto in un incidente vicino Udine mentre stava completando il suo percorso di scuola-lavoro. “Lorenzo Parelli – ha detto il ministro – doveva essere al sicuro” ed “era il simbolo di quell’Italia che cerca di rialzarsi dalal crisi indotta dalla pandemia”.  “La morte inaccettabile di un giovane nell’ambito di un sistema che doveva essere di massima sicurezza – ha aggiunto la responsabile del Viminale – ha dato luogo a una serie di manifestazioni, un segno di vitalità della nostra democrazia. Ma la democrazia ha delle regole dalle quali non si può prescindere”.

 

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