Cittadini
Movimento “Scuole Aperte Cuneo”: la stretta su mascheirne e green pass ci sconcerta
Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Movimento “Scuole Aperte Cuneo”:
Come movimento “Scuole Aperte Cuneo” e a nome delle centinaia di famiglie della nostra provincia che tutt’ora vi aderiscono, esprimiamo un profondo sentimento di frustrazione e disorientamento provocato dall’atteggiamento di un Governo e di conseguenza del Parlamento che a parole diffonde ambigue certezze e superficiali rassicurazioni ma nei fatti sta ulteriormente negando, soprattutto alle nuove generazioni, diritti e opportunità irrinunciabili per loro crescita umana e culturale.
Le nuove norme, che prevedono la certificazione verde anche per il trasporto pubblico locale per brevi percorrenze, e che è esteso agli studenti al di sopra dei 12 anni, è di fatto una grave violazione del principio costituzionale del diritto all’istruzione, in quanto priva gli studenti non vaccinati dal diritto di andare a scuola utilizzando i mezzi pubblici e mette in difficoltà le famiglie, per l’ennesima volta.
Ci riempie di sconcerto anche il fatto che alcuni sindaci, tra cui il sindaco di Cuneo Federico Borgna, abbiano avanzato la richiesta di introduzione del pass a scuola. Ci appare una richiesta che discrimina e vìola diritti fondamentali; ma ci pare anche un sotterfugio per chiudere gli occhi e negare le inadempienze e le incapacità del sistema sanitario nel gestire la situazione. Se le scuole sono paralizzate oggi è perché non si è fatto nulla, ancora una volta, per dare la priorità alla scuola. Lo abbiamo chiesto troppe volte in questi mesi di pandemia.
Altro sconcerto genera la recente decisione del governo di introdurre il super green pass per l’accesso alle palestre e agli spazi ricreativi, luoghi prevalentemente frequentati dai giovani. È l’ulteriore e definitiva conferma del fatto che si maschera un’imposizione: se non esiste obbligo vaccinale non deve nemmeno esistere distinzione. E la tanto declamata protezione verso gli altri è ormai palesemente confutata dai dati.
Non devono sorprendere i movimenti di protesta, peraltro molto contenuti sui nostri territori, di fronte a provvedimenti imposti, non condivisi e soprattutto profondamente divisivi, frutto di scarsa coerenza e capacità di guardare alla realtà con la responsabilità di chi deve amministrare un Paese, una regione, una provincia, un comune e non solo applicare prescrizioni di tecnici ed esperti ma mediare con oculatezza e lungimiranza.
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