Ambiente
Cresce il consumo di energia in Piemonte, il 30% arriva da fonti rinnovabili
Prosegue l’aumento dei consumi elettrici e industriali in Piemonte. Secondo le analisi di Terna, la società che gestisce la rete elettrica nazionale, l’energia elettrica consumata nel mese di ottobre 2021 è in crescita del 2,4% rispetto allo stesso mese del 2020. Le fonti rinnovabili hanno coperto circa il 30% della domanda elettrica regionale.
L’indice IMCEI fa registrare, inoltre, un aumento dei consumi industriali regionali del 16,6% rispetto ai valori di ottobre dello scorso anno. In aumento i comparti di raffineria e cokeria, costruzioni e tessile, abbigliamento e calzature. In recupero i settori di meccanica, materiali da costruzione ed estrazione di minerali da cave e miniere.
A partire da questo mese Terna ha ampliato il campione monitorato nell’indice IMCEI, che prende in esame i consumi dei grandi clienti industriali cosiddetti “energivori” del nostro Paese nei settori ‘cemento, calce e gesso’, ‘siderurgia’, ‘chimica’, ‘meccanica’, ‘mezzi di trasporto’, ‘alimentari’, ‘cartaria’, ‘ceramica e vetraria’, ‘metalli non ferrosi’. Nella sua nuova configurazione, l’IMCEI è più rappresentativo in quanto analizza ora anche i dati di 435 clienti industriali connessi in media tensione, in aggiunta ai 530 connessi all’alta tensione, per un totale di circa mille clienti. Con tale ampliamento del campione si ha un incremento di circa 550 GWh mensili monitorati (nel mese di ottobre si passa da 2.800 GWh a circa 3.400 GWh).
A livello nazionale, l’indice così calcolato fa registrare un aumento dei consumi industriali dell’1,3% rispetto ai valori di ottobre dello scorso anno. Nel contesto complessivamente positivo, con la crescita dei settori della siderurgia, della meccanica e dei materiali da costruzione, si registrano segnali di flessione limitati ai comparti dei mezzi di trasporto, della chimica, dell’alimentare e dei metalli non ferrosi. Con dati destagionalizzati e corretti dagli effetti di calendario, l’indice IMCEI ha fatto registrare una variazione congiunturale negativa dell’1,4% rispetto al mese precedente (settembre 2021).
Nel mese di ottobre, la domanda di energia elettrica in Italia è stata pari a 26,5 miliardi di kWh. Secondo le analisi di Terna, si tratta di un valore in crescita dell’1,1% rispetto allo stesso mese del 2020.
Nel dettaglio, il mese di ottobre ha avuto un giorno lavorativo in meno (21 vs 22) e una temperatura media mensile superiore di circa 0,4°C rispetto allo stesso mese del 2020. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, risulta in crescita del 2,3%. A livello territoriale, la variazione tendenziale di ottobre è stata ovunque positiva: +0,7% al Nord, +1,5% al Centro e +1,8% al Sud. In termini congiunturali, il valore destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura ha fatto registrare una crescita dello 0,9% rispetto a settembre di quest’anno. Nei primi dieci mesi del 2021, la domanda elettrica in Italia è in aumento del 5,6% rispetto all’omologo periodo del 2020 (in termini rettificati la variazione diventa +5,8%).
Nel mese di ottobre, la domanda di energia elettrica in Italia è stata soddisfatta per circa l’85% con produzione nazionale e per la quota restante (15%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In particolare, la produzione nazionale netta (22,3 miliardi di kWh) ha registrato una crescita dello 0,9% rispetto a ottobre del 2020. Le fonti rinnovabili hanno coperto complessivamente il 32% della domanda mensile. In aumento le fonti di produzione termoelettrica (+10,7%) ed eolica (+5,4%); in flessione tutte le altre (idroelettrica -31,4%; fotovoltaica -1,7%; geotermica -1%). Per quanto riguarda il saldo import-export, la variazione è pari a +2,4% per un effetto dell’aumento sia dell’import (+3,5%) sia dell’export (+29,7%).
Considerato che dall’estate di quest’anno i valori della richiesta elettrica in Italia si sono riportati sui livelli pre-covid, da questo mese Terna ha ritenuto non più significativo condurre un’analisi statistica supplementare prendendo come riferimento l’anno 2019.
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