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Cultura

Legami di sangue, intervista con Emiliano Bezzon

Gabriele Farina

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Torna Emiliano Bezzon con una nuova avventura delle sue Giorgia del Rio, psicologa indagatrice, e Doriana Messina, Capitano dei carabinieri. In Legami di sangue, Fratelli Frilli Editori, troviamo Giorgia a Torino, città che deve scoprire e di cui si innamora.

Sta indagando su quello che gli inquirenti hanno considerato il suicidio di un ragazzino ma su cui i dubbi sono parecchi. Entrerà in contatto con la mala albanese e rischierà seriamente per dare una mano alla famiglia del ragazzo. Trovate qui la recensione completa del libro.

Ho intervistato Emiliano Bezzon.

Partiamo dall’inizio. Un minorenne albanese viene accompagnato fino a Torino e qui gli viene imposto di rivolgersi alla polizia dicendo di essere stato abbandonato. Sembra, ed è davvero, l’inizio di un romanzo ma è anche una drammatica realtà che sfrutta il sistema di accoglienza del nostro territorio. Ci racconti di che si tratta?

Si tratta di un fenomeno reale e diffuso in tutte le grandi città del Paese: esiste una vera e propria organizzazione che organizza il viaggio di questi ragazzi dall’Albania e li addestra su come comportarsi e a chi rivolgersi appena arrivati nelle città di destinazione. In questo modo i ragazzi vengono presi in carico dalle strutture di accoglienza pubbliche e cresciuti a cura e spese dei comuni. Poi una volta maggiorenni seguono il loro destino, per alcuni positivo per altri purtroppo meno…

Da questa situazione prende spunto il tuo romanzo. Qual è la storia che racconti?

Il primo protagonista di questa storia è Kledi un ragazzino di origine albanese ma nato a Torino da una famiglia perfettamente integrata in città. AAnche lui sta benissimo a torino, dove ama girare in bici alla scoperta delle case degli scrittori e dove coltiva la sua grande passione, che sono i libri. Improvvisamente, con la famiglia è costretto a lasciare la città andando in un piccolo borgo tra lago e montagna ai confini con la svizzera. Riuscirà a portare con se giusto la sua bicicletta e i suoi pochi libri. Dopo poco il suo corpo viene trovato sul greto di un torrente, ai piedi di un ponte. Subito si pensa a un gesto estremo dovuto proprio al disagio dello sradicamento improvviso dalla sua realtà o a fenomeni di bullismo… Giorgia del Rio, chiamata dalla famigli a occuparsi della tragedia capirà ben presto che c’è ben altro dietro questa tragica morte e andrà a scavare proprio nella vita torinese del ragazzo e della sua famiglia.

Le tue protagoniste seriali sono due donne. Come stanno evolvendo i loro personaggi?

Sono due donne arrivate ormai alla terza indagine, da “Il manoscritto scomparso di siddharta”, a “Il delitto di via filodrammatici” e ora in questo nuovo romanzo. Giorgia, la psicologa detective è ormai investigatrice a tutto tondo, anche se proprio in questa indagine la sua professione originale gioca un ruolo determinante nella lettura della realtà e delle storie personali che la caratterizzano. Doriana è un capitano dei carabinieri, ormai saldamente al comando della sua squadra di fedelissimi uomini e sempre più a suo agio nell’investigazione nei casi di omicidio. In questo romanzo, più che nei precedenti, il lettore ha la possibilità di conoscerle più approfonditamente nelle vicende private e sentimentali, acquisendo ormai con loro familiarità. Entrambe poi resteranno particolarmente colpite da Torino…

Ritorna più volte l’idea della rinuncia a gran parte del privato per dedicarsi al lavoro. E’ un problema generale della società o è accentuato dal fatto che le tue protagoniste sono due donne?

Doriana in particolare ha sacrificato e sacrifica molto del suo essere una giovane e attraente donna per il lavoro. Anche nella realtà credo si possa tranquillamente dire che le donne che scelgono la vita in polizia, soprattutto a livelli di comando e nei reparti investigativi, devono sacrificare parecchio del proprio per dedicarsi a fondo a quella che è ben più che una professione. Questo si può certamente dire anche per molti uomini ma è indubbio che per un uomo è più facile, ad esempio conciliare lavoro e famiglia che per una donna, soprattutto quando è anche una madre o vuole diventarlo.

Giorgia del Rio arriva a Torino e si innamora della città, dei suoi spazi, delle sue architetture. E’ accaduto anche a te?

Ho vissuto a Torino per quattro anni e ho avuto il privilegio di viverla da un osservatorio privilegiato. Impossibile non innamorarsene. Gli occhi di giorgia del Rio sono i miei occhi e le emozioni che prova girando per la città sono quelle che io ho vissuto in questi anni.

Nel romanzo hai inserito una finestra in cui mostri come la polizia municipale si stia occupando di parte del caso. E’ una sorta di rivendicazione come capo della municipale di Torino? …allora i vigili non si occupano solo di fare le multe?

No, nessuna rivendicazione ci mancherebbe. Io ho cominciato a scrivere questo romanzo prima che il caso diventasse una vera indagine condotta proprio dalla polizia municipale e dalla polizia ferroviaria. La mia storia è ovviamente completamente inventata ma dell’indagine che ha individuato un’organizzazione oltre sessanta soggetti a diverso titolo coinvolti in questa attività coi ragazzini albanesi hanno parlato i media nei mesi scorsi. Però è vero che la polizia municipale, in particolare quella di Torino, ha sviluppato capacità investigative di rilievo e si occupa di molto altro oltre a quello che comunemente si pensa. Mi piacerebbe che la gente conoscesse meglio i civich e qui cerco un poco di farlo. Il personaggio centrale del romanzo alla fine è la città di Torino, con la sua straordinaria capacità di accoglienza e con il fascino che avvolge soprattutto chi, come ho fatto io, abbia voglia di girarla a piedi e con lo sguardo all’insù. Solo così ci si può accorgere, ad esempio, di un palazzo nelle piazze auliche con un gigantesco piercing infilato nel muro… straordinario!

Ci sarà ancora spazio per Giorgia del Rio e Doriana Messina?

Certo che si. Giorgia sta già lavorando a una nuova indagine a Milano e Doriana, che per un poco si fermerà a Torino si occuperà di un delitto avvenuto tempo addietro nella straordinaria Villa della Regina. Questo è il romanzo cui sto lavorando è che verrà pubblicato il prossimo anno.

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