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Il maestro Monaca in aspettativa, finisce l’esperienza BimbiSvegli a Serravalle d’Asti

Gabriele Farina

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Il maestro Giampiero Monaca ha chiesto e ottenuto un anno di aspettativa. L’insegnante che da anni porta avanti il progetto BimbiSvegli nella scuola Primaria di Serravalle d’Asti del V Circolo didattico, ha gettato la spugna dopo mesi di polemiche e muro contro muuro.

E’ stato lui stesso a rendere pubblica la lettera inviata al dirigente scolastico:

Al dirigente scolastico del 5 Circolo di Asti
prof. Graziella Ventimiglia
n# protocollo 3540

oggetto: aspettativa per motivi personali

Il sottoscritto Giampiero Monaca , nato ad….il residente …..
assunto a tempo indeterminato in qualità di maestro di scuola primaria ,
in servizio presso il 5 circolo di Asti, plesso Piero Donna di Serravalle d’Asti,

CHIEDE
ai sensi dell’art.18 comma 1 del CCNL Scuola 2006/2009 e degli artt.69 e 70 T.U. – del D.P.R. 3 del 10/01/1957, di fruire, compatibilmente con le esigenze di servizio, di un periodo di aspettativa non retribuita dal 27/09/2021 al 30/06/2022 compresi, per le seguenti motivazioni: mi si chiede quale dei miei alunni io accetti di buttare dalla torre. Io scelgo, di buttare me stesso, rendendo il mio comportamento , contemporaneamente un atto politico e forse l’estrema mia azione educativa per le nostre bimbe e bimbisvegli.
La dirigente del 5 circolo di Asti impone a bambine, bambini famiglie , insegnanti e comunità locale della frazione di Serravalle d’Asti, una organizzazione della scuola, che ritengo umili le mie competenze, stravolga gli orari e la logistica delle famiglie e sradichi relazioni umane, continuitá didattica ed emotiva.
Alunne ed alunni con bisogni educativi specifici che, dopo esperienze fallimentari in altre scuole avevano trovato equilibrio e accoglienza nella nostra, grazie a interazioni proficue con adulti e bambini, improvvisamente vedono “deportate” le figure di riferimento a causa di presunti , ma mai esplicitati , “ordini superiori” (i piccoli burocrati nascondono sempre le loro azioni, incolpando la gerarchia).
Vengono cancellate o mutilate fino a renderle inattuabili o inutili, azioni educative e atteggiamenti didattici come la didattica integrata all’aperto, la cooperazione, la ricerca azione su libri di testo differenziati, tutto per mancanza di volontà a trovare vie formali funzionali alla sostanza. Tutto ciò avviene perché il modello di scuola proposto da bimbisvegli è scomodo ed offende chi per scelta o per omissione sceglie il servilismo, l’apatia e la mediocritá.
Spaventa i tiranni e offende gli schiavi.
Abbiamo provato in ogni modo a difenderne i principi e le caratteristiche fondanti.
Personalmente, dopo aver vissuto nella sua integritá, l’esperienza di scuola felice di Bimbisvegli, non son in grado di proporla ora in versione azzoppata e mutilata .
Bimbisvegli, senza i libri di testo differenziati, con uscite in natura trasformate in “passeggiatine”, senza cambio scarpe all’ingresso, definito arbitrariamente anti igienico, senza incontro con migranti, senza cooperazione e condivisione, senza continuità didattica, senza trasversalità non è bimbisvegli. Non è la mia scuola , quella cui ho scelto 16 anni fa di dedicare tutto il mio meglio.
Non è la scuola delle indicazioni nazionali nè quella della gentilezza e delle emozioni esaltata dal ministro Bianchi, al Festival dell’innovazione scolastica, in cui l’esperienza bimbisvegli è risultata tra le 25 migliori realtá educative italiane.
Non sono in grado di mentire o di vivere o far vivere la nostra bella scuola felice in clandestinità, anzi, trovo che uno dei valori più importanti sia proprio la condivisione del nostro “essere scuola” pubblica in modo assolutamente pubblico ( non si accende una lampada per tenerla nascosta sotto un mobile ma per illuminare la stanza , per tutti).
Quando la legge diventa ingiusta, opporvisi è un dovere.
La nostra realtá ha offerto spunti e speranza per tantissime altre persone in tutta Italia. Forse questa è la colpa maggiore, per alcuni.
Perché me ne vado rinunciando allo stipendio di un posto fisso?
Per dare un segno, professionale e politico, anche alle nostre bambine e bambini.
Perché non intendo prostituire la mia professionalità per un datore di lavoro che dimostra totale sordità ai bisogni espressi da oltre 50 famiglie del plesso e dalla intera comunitá educante di Serravalle d’Asti.
Affido il progetto a chi mi ha assicurato di volersene prendere cura e proseguirlo a modo proprio, prendo distacco per non essere di intralcio e lasciare che le inevitabili nuove direzioni non siano fonte di discussione e dunque di difficoltà. È inutile che ci giri tanto intorno, soffro moltissimo per questa lacerazone, qualcuno me ne fará una colpa, altri capiranno, con altri riusciremo a piangere insieme .
Stiamo subendo un torto, grave . Me ne vado per minimizzare, spero, i danni per tutti.

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