Cronaca
Insulti omofobi per la candidata di Sinistra ecologista a Torino: la determinazione si rafforza
Ilaria Genovese, candidta al consiglio comunale di Torino per Sinistra ecologista, ha ricevuto su facebook indulti omofobi, che è stata lei stessa a denunciare.
“Il tuo antifascismo ficcatelo nel c*lo insieme ai fro*i come te” il messaggio che si è trovata in un messaggio diretto, insulto che ovviamente non ha spostato di una virgla il suo impegno.
“E la determinazione non scende, non si scoraggia. Si rafforza. – ha scritto a commento IIaria Genovese –
Perché non è possibile accettare che una persona possa usare l’orientamento sessuale di qualcun altro/a come se fosse un insulto dispregiativo o qualcosa di sbagliato di cui vergognarsi.
Perché non è possibile far passare l’idea che l’antifascismo possa essere messo in discussione, in quanto è un valore fondante e intoccabile della nostra Costituzione, che va rivendicato e difeso con orgoglio.
Perché non è tollerabile un simile attacco, che nulla ha a che vedere con la libertà d’espressione e il dibattito sano e civile che dovrebbero garantire gli spazi di discussione, quali sono i social network.
Per reagire bisogna comprendere e denunciare con fermezza quale sia il problema a monte: la politica d’odio, portata avanti da anni da partiti di destra e centrodestra, che sdogana quotidianamente l’hate-speech e che fomenta a usare i social network come se fossero un’arena, dove vince chi usa i paroloni più grossi e chi urla più forte degli altri.
Non mi ha fatta arretrare di un millimetro questo messaggio. Anzi. Mi ha convinta ancora di più a portare avanti le mie battaglie, a sostenere con più forza la possibilità e la necessità di costruire insieme una politica differente, civile e inclusiva, che metta al centro le persone, che le tuteli.
Una politica controcorrente e coraggiosa è fondamentale affinché nessuna altra persona debba svegliarsi la mattina ed essere costretta a sopportare una tale manifestazione di odio, che come purtroppo sappiamo fa presto a trasformarsi in violenza. E non possiamo e non dobbiamo accettarlo.”
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