Cultura
Per Opera Viva Barriera di Milano si inaugura Almanacco di Federica Peyrolo
Giovedì 2 settembre alle ore 18.30 si inaugura, in piazza Bottesini a Torino e in diretta Facebook – @flashbackfair –, il quinto manifesto di Opera Viva Barriera di Milano, progetto ideato da Alessandro Bulgini, curato da Christian Caliandro e sostenuto dalla fiera d’arte Flashback: Almanacco di Federica Peyrolo (2021).
Il racconto che mese dopo mese si dispiega in questa settima edizione del progetto Opera Viva Barriera di Milano prosegue con la sua quinta puntata, Almanacco di Federica Peyrolo, la cui ricerca si concentra sull’incontro e sulla relazione, sul legame e sul dialogo.
Il manifesto realizzato dalla giovane artista di Susa è un collage digitale composto da 599 disegni su carta, realizzati quotidianamente durante il 2020, annus horribilis ormai per definizione: questi disegni compongono un’unica immagine, in cui rispecchiare se stessi e ritrovare gli altri, in cui riconoscere di volta in volta il vuoto e il pieno. La ricchezza di dati e informazioni contenuti in questa immagine restituisce l’accumulazione di storie individuali e collettive, esattamente come fa un almanacco. E questo particolare almanacco registra un’esperienza comune, al tempo stesso traumatica e essenziale, difficile ma per molti versi interessante: la rilevanza risiede nella capacità di catturare sensazioni e collegamenti che altrimenti si disperderebbero nel rumore bianco.
Come afferma l’artista a proposito della sua opera: “C’è qualcosa che vorrei urlare, qualcosa che vorrei raggiungere con una corsa a piedi nudi nella neve, cerco di stare su a galla ma basta così poco per riportarmi sotto dove non si respira dove tutto è immenso e sembra di non appartenere più a niente.
Non riesco più a vedere niente in questo tutto, cerco appigli, storie, giornate, legami, ma il pieno svuota, sono solo flussi di immagini, di ricordi, un pieno che sembra che debba finire presto, che non valga la pena, mai. Mi ricordo di ‘noi’ quando dicevamo: “perché ne vale la pena”, erano castelli di sabbia infiniti, uno sull’altro, ma non mi ero mai accorta di quanto il costruire era più rapido del mare. Ora non è così. Sono sdraiata a fianco delle mie varie costruzioni, le guardo essere inghiottite dall’acqua e non faccio niente. Aspetto di essere presa nell’onda, ma non decido, non so più sperare, gli occhi non brillano, piangono. È come una guerra inutile, ingiusta, una guerra autodichiarata, va tutto bene, il cielo, i colori, i soldi, gli amici, tutto mi dona affetto e io piango. Vedo solo la fine di tutto senza riuscire a vedere la pienezza nel mezzo in cui mi trovo. Affogo. Annego in un mare asciutto. Non respiro perché ho troppa aria.”
Federica Peyrolo (Susa, 1989) inizia la pratica artistica nel 2010 dedicandosi prevalentemente a video e performance. Dopo la laurea di primo livello all’Accademia Albertina di Torino, completa gli studi in Arti Visive nel 2014 presso l’École Supérieure de Beaux Arts di Le Mans, nel 2017 frequenta il post-diploma Le Fresnoy_National Studio of Contemporary Arts, Tourcoing. La sua ricerca si focalizza su confronto e legame, quasi sempre declinati nella forma di un dialogo che da un lato coinvolge la persona dall’altro rispondono, alle volte, gli oggetti della quotidianità, i ricordi, la musica, le esperienze umane e talvolta gli elementi stessi della natura. I suoi progetti sono stati presentati in istituzioni e festival quali: offsite Art (L’Aquila), Paris Nuit Blanche FRASQ le Générateur (FR), International Art Festival Nanjing (CHN), Siderare’15 Fondazione VOLUME! (Roma), collezione IGAV Castiglia di Saluzzo, Galleria Moitre (Torino), Galleria SubRosa (Atene), Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (Biella), Galerie du Dourven (FR), RESO’ 2017 Lugar a Dudas (COL).
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